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Mercoledì, 17 Aprile 2024
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Svezia, tre minori rinchiusi in casa per 4 mesi: "Porte sbarrate dai genitori per paura del Covid"

I ragazzi, di età compresa tra i 10 e i 17 anni, sono stati affidati ai servizi sociali. La coppia avrebbe costretto i figli anche a rimanere separati tra loro

Tre minorenni sono stati tenuti segregati in casa per oltre quattro mesi, ognuno nella propria stanza, per paura che potessero contrarre il coronavirus. I giovani sono poi stati liberati dalle autorità che li hanno anche sottratti alla famiglia dalla quale non torneranno. Così ha disposto il tribunale competente per il caso che ha provocato scalpore nel Paese scandinavo.

Secondo la sentenza, i due genitori, entrambi provenienti dal Vietnam, hanno ritirato i figli da scuola poco dopo l'inizio della prima ondata di contagio in Svezia a marzo, per poi tenerli a casa fino al 9 luglio, quando l'appartamento è stato visitato dal autorità. Da marzo a inizio luglio i tre, un bambino di 10 anni e due ragazze di 15 e 17, è stato impedito di lasciare l'appartamento di famiglia, la cui porta era stata sbattuta “con assi inchiodate”. A quanto riporta la stampa locale, i tre sono stati anche separati gli uni dagli altri.

L'avvocato che assiste i bambini, Mikael Svegfors, ha dichiarato a una radio locale che la famiglia non parlava e non capiva bene la lingua svedese e ha seguito le notizie sul Covid-19 dai media del Paese d'origine dei genitori che aveva imposto restrizioni molto più severe rispetto a quelle adottate dal Governo di Stoccolma. 

Mentre i tre, che parlano correntemente lo svedese, erano fisicamente isolati, sono rimasti in contatto con amici e insegnanti online. "Tutti avevano i loro iPad, o simili, e i loro telefoni", ha detto Svegfors. "Erano in contatto con i loro compagni di scuola e gli insegnanti, e hanno cercato di fare del loro meglio per rimanere al passo con il loro lavoro scolastico". "Hanno cercato di parlare con i loro genitori ma non ha funzionato, e ovviamente sapevano che tutti i loro compagni di scuola potevano uscire".

La madre e il padre dei tre minori, di cui ora si stanno occupando i servizi sociali, sostengono di non aver forzato i figli a restare in casa e promettono battaglia in sede legale. Media locali scrivono che i due intendono presentare ricorso contro l’ordine di custodia che riguarda i tre minori. 

La Svezia, durante i mesi più duri della pandemia, ha effettivamente chiuso le classi, ma ai soli minori di età superiore ai 16 anni. A tutti gli altri bambini e adolescenti non solo era consentito, ma addirittura raccomandato di recarsi a scuola, tenendo conto delle dovute precauzioni. Le famiglie che si sono comportate diversamente sono state segnalate ai servizi sociali e hanno subito multe per aver tenuto i figli a casa.

Il Governo di Stoccolma durante il picco della pandemia si è limitato a vietare i raduni di oltre 50 persone, ma per il resto ha raccomandato ai cittadini, anziché disporre a suon di divieti, di mantenere le distanze fisiche e lavorare da casa se possibile. Negozi, bar, ristoranti e palestre sono rimasti aperti e ci si è affidati al senso di responsabilità civica piuttosto che ai decreti.

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