L'Ue lancia la rete per l'energia pulita puntando su idrogeno e eolico. Ma 'salva' il gas
La Commissione svela la proposta di un network infrastrutturale, sostenuto con finanziamenti da Bruxelles, che ha l'obiettivo di 'scavalcare' al più presto i combustibili fossili. Ma gli ambientalisti si dicono delusi dal testo
È arrivato il via libera della Commissione europea alle nuove reti transeuropee dell’energia, il regolamento Ten-E, nato con l’obiettivo di ‘accompagnare’ la modernizzazione delle infrastrutture energetiche transfrontaliere dell'Europa e realizzare gli obiettivi del Green Deal. Anche se l’adozione formale della proposta dell’esecutivo europeo è arrivata solo nel pomeriggio di ieri, le bozze del provvedimento sono state diffuse e commentate in anticipo. La testata Euractiv, ad esempio, ha messo in risalto che “per la prima volta” l’Ue ha deciso di “escludere gli oleodotti e i gasdotti” dalla lista dei beneficiari di finanziamenti Ue, mentre “si apre alla possibilità di finanziare nuove infrastrutture per l’idrogeno”. “Le norme Ten-E riviste consentiranno di collegare al nostro sistema energetico le tecnologie pulite, compreso l'eolico offshore e l’idrogeno”, ha confermato poche ore più tardi il vicepresidente della Commissione Frans Timmermans.
La strategia per la neutralità climatica entro il 2050
La politica Ue sulle reti transeuropee dell'energia sostiene i progetti di interesse comune (Pic), che dovranno contribuire alla realizzazione degli obiettivi di riduzione delle emissioni per il 2030 e della neutralità climatica entro il 2050, come previsto dal Green Deal. Di qui la scelta di promuovere l'integrazione delle rinnovabili e delle nuove tecnologie pulite nel sistema energetico. La Commissione promette comunque di continuare a collegare le regioni più isolate ai mercati europei dell'energia, a rafforzare le interconnessioni transfrontaliere esistenti e a promuovere la cooperazione con i Paesi partner. Ma anche a fare la sua parte per realizzare tempestivamente le infrastrutture transfrontaliere necessarie alla transizione energetica proponendo modi di semplificare e accelerare le procedure di rilascio dei permessi e delle autorizzazioni.
Stop a petrolio e gas naturale
Andando nello specifico di quanto contenuto nel testo, la proposta della Commissione prevede anzitutto l'obbligo, per tutti i progetti, di soddisfare i criteri vincolanti di sostenibilità e il principio del “non nuocere” stabilito dal Green Deal. L’aggiornamento delle categorie di infrastrutture ammesse a beneficiare del sostegno Ue nell'ambito della politica Ten-E, come anticipato, porrà fine al sostegno delle grandi opere per il petrolio e il gas naturale. Bruxelles promette invece di puntare sulle reti elettriche offshore con disposizioni che favoriscano una maggiore integrazione della loro pianificazione e attuazione con quelle delle infrastrutture a terra attraverso l'introduzione di sportelli unici per l’offshore. La scelta più in risalto del testo è quella di puntare alle infrastrutture per l’idrogeno e alcuni tipi di elettrolizzatori.
Ma il testo promuove anche gli investimenti nelle reti 'smart' per integrare il cosiddetto gas ‘pulito’ (come il biogas e l'idrogeno rinnovabile) nelle reti esistenti. Bruxelles punta anche alla modernizzazione delle reti elettriche e delle strutture di stoccaggio. Si rivede inoltre il quadro di governance per perfezionare il processo di pianificazione delle infrastrutture e garantire che questo sia in linea con gli obiettivi climatici e i principi di integrazione del sistema energetico, attraverso un maggiore coinvolgimento dei portatori di interessi in tutto il processo e un ruolo rafforzato dell'Agenzia Ue per la cooperazione fra i regolatori nazionali dell'energia (ACER).
Le reazioni
“Il quadro Ten-E attuale è stato fondamentale per creare un vero e proprio mercato unico dell'energia, per integrarlo meglio e renderlo più competitivo e sicuro”, ha ricordato la commissaria all'Energia Kadri Simson. “Ma i nostri ambiziosi obiettivi climatici richiedono una maggiore attenzione alla sostenibilità e alle nuove tecnologie pulite”, ha avvertito la commissaria Ue. “Ecco perché la nostra proposta dà priorità alle reti elettriche, all'energia offshore e ai gas rinnovabili, e non ammette più che si sostengano le infrastrutture per il petrolio e il gas naturale”, ha sottolineato la politica estone.
Ma per gli per gli ambientalisti e i sostenitori delle energie rinnovabili il piano presenta alcune criticità. “L'idrogeno può sembrare pulito e futuristico, ma il 99% dell'idrogeno in Europa oggi è prodotto da compagnie di combustibili fossili che dividono il gas e rilasciano carbonio, incrementando il riscaldamento globale”, ha detto Tara Connolly, attivista di Amici della Terra - Europa. “Invece di chiedersi cosa può fare l'idrogeno per l'industria europea del gas, l'Ue dovrebbe chiedersi cosa può realmente fare l'idrogeno per la transizione energetica dell’Europa”, ha concluso Connolly.