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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Italiani in centri di detenzione nel Regno Unito: "Sono migranti irregolari, procedura corretta"

Londra replica alle polemiche dopo la notizia di diversi cittadini europei fermati dalla polizia anche per una settimana prima di essere respinti in Ue: "Volevano entrare nel Paese ma non avevano i requisiti"

Almeno una trentina di cittadini dell'Unione europea, fra cui anche italiani, tedeschi, greci, rumeni e spagnoli, soprattutto giovani, sono stati bloccati alla frontiera in Regno Unito e trattenuti in centri di detenzione dopo aver cercato di entrare nel Paese forse per lavorare, senza visto o residenza, rende noto il sito di notizie Politico. Ma Londra si difende: "Non esiste un caso. Sono state interamente rispettate le procedute" in vigore dallo scorso primo gennaio, hanno detto fonti diplomatiche all'Adnkronos.

Le nuove regole post Brexit

Gli europei sono stati trattenuti nei centri fino a sette giorni prima di essere costretti a rimpatriare, un periodo molto lungo attribuibile anche per la difficoltà a trovare un volo di rientro nel loro Paese a causa dell'epidemia di covid ma che un diplomatico ha definito come "sproporzionato". Il ministero degli Interni britannico non ha ancora reso noto quanti siano stati in tutto gli europei trattenuti nei centri dal primo gennaio. Le ambasciate dei Paesi europei hanno offerto consulenza legale e sono intervenute per cercare di ridurre la detenzione, ma non tutti gli europei bloccati si sono rivolti alle sedi diplomatiche.

Molti dei ragazzi fermati cercavano di entrare in Gran Bretagna per lavorare alla pari nelle famiglie o cercare lavori 'low skilled' per un breve periodo di tempo. Dopo la Brexit i cittadini europei possono entrare in Gran Bretagna per lavoro solo con un visto o nel quadro dell'Ue Settlement Scheme che riguarda chi viveva nel Paese prima della Brexit. Altrimenti, gli europei possono entrare per turismo e rimanere per 90 giorni al massimo. Ma la polizia di frontiera mantiene il diritto di respingere europei se ci sono ragionevoli dubbi circa la loro intenzione di lavorare durante il loro soggiorno.

La replica di Londra

"Non esiste un caso. Sono state interamente rispettate le procedure" in vigore dallo scorso primo gennaio, così fonti diplomatiche liquidano, parlando con l'Adnkronos, la notizia del respingimento di trenta cittadini europei -uno o due italiani- dallo scorso primo gennaio. In Gran Bretagna adesso "non è consentito l'ingresso per lavoro, se non si dispone di regolare contratto o di un visto. Gli europei respinti invece avrebbero dichiarato di voler entrare nel Paese per lavorare, ma senza averne i requisiti. "La presenza italiana in Gran Bretagna era e continua a essere altissima. Moltissimi italiani, decine di migliaia se non di più, sono rimasti e hanno ottenuto il permesso di soggiorno", si precisa. I moltissimi giovani che arrivavano in Gran Bretagna senza espletare procedure burocratiche, "ora dovranno preparare il terreno in precedenza". 

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