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Giovedì, 25 Aprile 2024
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Gli irlandesi strappati alle madri negli istituti dell'orrore vogliono sapere chi sono i loro veri genitori

Una legge del Paese impedisce alle persone adottate di accedere ai certificati di nascita, che spesso sono anche falsificati. Per questo si vogliono rendere accessibili anche gli archivi della chiesa che gestiva le case di accoglienza per ragazze rimaste incinte al di fuori del matrimonio

In Irlanda è in corso una battaglia per concedere a migliaia di persone, che da bambini erano state adottati, di avere il diritto di sapere chi sono i loro veri genitori. Una battaglia rafforzata dalle rivelazioni che hanno portato alla luce l'orrore degli istituti di accoglienza cattolici per madri sole, in cui venivano rinchiuse in passato le donne rimaste incinte al di fuori del matrimonio, donne che spesso erano costrette ad abbandonare i propri figli.

Domande rifiutate

Come racconta Politico l'Adoption Authority of Ireland sostiene che mentre la maggior parte degli adottati può fare domanda con successo per ricevere i propri certificati di nascita, molti vedono ancora la loro richiesta rifiutata. "Questo perché tutti i certificati di nascita contengono informazioni personali sulla madre biologica e il suo diritto alla riservatezza deve essere rispettato", afferma l'agenzia. Il partito di opposizione, lo Sinn Féin, ha presentato un disegno di legge che ha ricevuto la tacita approvazione del governo, che chiede di permettere anche alle persone adottate di avere accesso ai propri certificati di nascita. Il ministro dell'Infanzia Roderic O'Gorman ha detto però che l'esecutivo sta redigendo un proprio disegno di legge più ampio per consentire agli adottati di ottenere, per la prima volta, l'accesso a tutti i documenti non solo statali, ma anche ecclesiastici, relativi ai loro veri genitori naturali, inclusa l'identità dei padri spesso non registrati per le nascite fuori dal matrimonio. I documenti ecclesiastici sono fondamentali perché spesso i dati comunicati alle autorità nazionali dalle suore delle case di accoglienza erano fasulli, per nascondere le violenze che accadevano in quei centri dove addirittura morirono 9mila bambini, molti dei quali a causa della mancanza di cure adeguate in caso di malattie.

Le leggi sulla privacy

Ma a complicare le cose ci sono le regole europee sulla protezione dei dati personali, il Gdpr, additato dall'esecutivo come uno dei principali responsabili del ritardo nello sforzo per assicurare la verità sulla propria origine a tutti quelli che la cercano. “C'è un urgente bisogno di una base giuridica esplicita per consentire ad altri responsabili del trattamento dei dati, come le congregazioni religiose e i dipartimenti governativi, di condividere informazioni con l'Autorità per le adozioni che aiuterebbero a identificare e localizzare una persona", ha detto il ministro, secondo cui "i registri del battesimo possono essere la chiave per sbloccare una traccia, poiché questi documenti mostrano il nome del bambino al momento della nascita e il nome da nubile della madre".

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