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Giovedì, 28 Marzo 2024
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A13 anni è il più giovane terrorista della storia del Regno Unito (ma non andrà in galera)

Aveva creato una cellula dell'organizzazione neonazista Fkd, sapeva come fabbricare esplosivi e reclutava nuovi affiliati. Parlava di "gasare" gli ebrei e di "sparare sulle parate" dei gay. Durante il processo ha detto di averlo fatto per sentirsi "figo" e il giudice lo ha condannato a due anni di riabilitazione

È il terrorista più giovane della storia del Regno Unito condannato per aver per aver guidato una cellula neo nazista fin da quando aveva 13 anni. Il giudice però ha stabilito che il ragazzo, che adesso ha sedici anni, non dovrà andare in carcere ma dovrà scontare due anni di rieducazione in una struttura britannica. L’adolescente, la cui identità è tenuta segreta per motivi di rispetto della privacy, aveva ideato la filiale britannica della divisione Feuerkrieg (Fkd), un’organizzazione internazionale neonazista con circa 30 membri che, fondata nel 2018, che sostiene la guerra razziale e incita alla violenza contro le categorie che ritiene nemiche come ebrei e omosessuali.

Sebbene la principale attività degli affiliati alla Fkd fosse online, alcuni membri avevano svolto attività di volantinaggio, distribuendo pamphlet di propaganda violenta, razzista e antisemita. Lo stesso faceva il giovane, originario della Cornovaglia che, come riportano l'Agenzia Nova, già a 13 anni aveva ricevuto istruzioni per preparare bombe e molotov o per costruire un fucile AK-47, e un anno dopo aveva raccolto una serie di pubblicazioni di propaganda terroristica di estrema destra, dove si parlava di "gasare" gli ebrei, impiccare i gay e "sparare alle loro parate", pubblicazioni che a sua volta diffondeva online. Secondo la ricostruzione, l’adolescente ha reclutato cinque persone, tra cui il diciassettenne autistico Paul Dunleavy, condannato nel 2019 a più di cinque anni di detenzione per reati di terrorismo.

Ma tra le persone che aveva contattato c'era anche un ufficiale sotto copertura, che è riuscito a scoprire la sua identità e a permettere poi all’antiterrorismo di fare irruzione, nel 2019, in quella che era la cabina di regia del ragazzo: il cottage della nonna dove, secondo alcuni rapporti, stava costruendo un'arma. L’arma non fu trovata, ma vennero sequestrati un telefono cellulare e un computer che contenevano materiale terroristico, una bandiera nazista e una copia cartacea di Iron Gates, un testo chiave dei neonazisti che raffigura la violenza apocalittica. Sulla casetta del giardino, inoltre, erano dipinti i numeri 14 che rappresentano le 14 parole "Dobbiamo garantire l'esistenza del nostro popolo e un futuro per i bambini bianchi", uno degli slogan dell'organizzazione, e il numero 88 che si riferisce a HH (H è l'ottava lettera dell'alfabeto) cioè: Heil Hitler.

Dopo l'arresto l'adolescente ha spiegato alla polizia di aver pubblicato online post omofobici e antisemiti solo per sembrare "figo" e che aveva intenzione di lasciare l'organizzazione. Nei suoi post però il ragazzo definiva “santi” gli autori di attentati terroristici, come ad esempio il suprematista bianco Brenton Tarrant che ha ucciso 51 persone in due moschee in Nuova Zelanda, di cui celebrava il “coraggio” di essere passato dalle parole ai fatti. Altri “santi” erano il norvegese Anders Behring Breivik, l'autore degli attacchi del 2011 in Norvegia, che causarono la morte di 77 persone e il ferimento di 151 e Dylan Roof, che ha ucciso 15 persone in una chiesa a Charleston, negli Stati Uniti, nel 2015.  

Durante il processo, il ragazzo è apparso alla Corte in videocollegamento e ha ammesso i 12 capi d’accusa: 10 per possesso di documenti terroristici e due per la distribuzione di tale materiale. Nell’analizzare il caso, il giudice Mark Dennis ha detto che avrebbe dovuto considerare se l'adolescente fosse stato "immaturo" o "ingenuo" prima di emettere la sentenza perché voleva capire se si trattava “di vere convinzioni” o di altro. Alla fine il giudice Dennis ha condannato il ragazzo a due anni in un centro di riabilitazione per giovani spiegando che una pena detentiva avrebbe annullato il lavoro di recupero. Inoltre, il giudice ha affermato di aver notato che il ragazzo provava rimorso e che era "suscettibile all'influenza degli altri".

Secondo l'ispettore investigativo Mark Samuel dell’antiterrorismo (Counter Terrorism Policing South West) il caso dimostra che "il potenziale estremismo può andare al di là di ogni computer e schermo del telefono" e che questo fenomeno “è particolarmente vero durante il lockdown, dove i giovani trascorrono più tempo online, spesso da soli e senza supervisione". Per questo, Samuel ha incoraggiato chiunque avesse dubbi su qualcuno potenzialmente radicalizzato a chiedere aiuto sul sito web di Act Early.   Finora il terrorista più giovane ad essere condannato nel Regno Unito era stato un jihadista di 14 anni che aveva avuto una condanna a vita nell'ottobre 2015 per istigazione a reati di terrorismo, ma poi ha ottenuto la libertà condizionale.

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