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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Le frontiere 'colabrodo' ci costano 1,7 miliardi: ecco il piano Ue per combattere frodi e prodotti illegali

Il valore sottostimato delle merci provenienti dall'estero e il traffico di beni contraffatti minano il funzionamento dell'unione doganale europea. Giro di vite della Commissione su controlli e e-commerce

In poco più di cinquant’anni d’esistenza, l’unione doganale europea si è guadagnata un ruolo di primo piano nel commercio mondiale. Basti pensare che lo scorso anno il mercato Ue ha pesato per oltre il 15% degli scambi a livello globale, con oltre 850mila dichiarazioni doganali effettuate ogni giorno. Ma dietro a uno dei successi indiscussi dell’integrazione europea (il mercato unico viene apprezzato anche dai più strenui oppositori di Bruxelles), si cela un gigantesco traffico sommerso di beni e di prodotti illegali che sfuggono ai radar dei controlli. 

A parlare sono i numeri dell’Olaf, l’Ufficio europeo per la lotta antifrode, che tra il 2017 e il 2019 ha ordinato il recupero di oltre 2,7 miliardi di euro di dazi doganali non pagati per merci il cui valore è stato sottovalutato. Nel solo 2018 è stata accertata anche la presenza di quasi 27 milioni di articoli che violavano i diritti di proprietà intellettuale, per un valore di quasi 740 milioni di euro. Il totale degli illeciti legati ai danni dell’unione doganale pesano quindi per quasi 1,7 miliardi di euro ogni anno. Di qui la necessità di attivarsi per sottrarre terreno al commercio illegale. 

La Commissione europea oggi ha dato il via libera a nuove misure che mirano a mettere mano alle carenze di controlli e gestione delle frontiere Ue, garantendo una maggiore disponibilità e utilizzo di dati e dell'analisi degli stessi a fini doganali. “Le nuove sfide - ha detto il commissario all’Economia Paolo Gentiloni - suggeriscono che dobbiamo rendere le nostre norme doganali più intelligenti e garantire che funzionino meglio per Stati membri, cittadini e imprese”. L’esecutivo Ue ha stabilito anche la creazione di un nuovo centro di analisi all'interno della Commissione per la raccolta, l'analisi e la condivisione dei dati doganali che possono essere utili alle autorità per identificare i punti deboli alle frontiere esterne dell’Ue. Ma secondo Gentiloni serve anche “una maggiore cooperazione all'interno dell’Ue e con le autorità doganali dei Paesi partner”. 

In quest’ottica si è deciso di aprire un nuovo sportello unico che, si legge nella nota della Commissione, “renderà più facile per le imprese completare le formalità di frontiera su un unico portale”, ma anche “un trattamento, una condivisione e uno scambio di informazioni più efficienti e una migliore valutazione dei rischi per le autorità doganali”. Giro di vite anche sul commercio online, un settore in forte crescita anche a causa degli effetti sullo stile di vita degli europei dettati dal coronavirus. Al comparto dell’e-commerce si chiede di rafforzare gli obblighi dei fornitori di servizi di pagamento e delle piattaforme di vendita online per aiutare a combattere le frodi fiscali nel commercio online. Il piano d'azione descrive infine in dettaglio l'introduzione di attrezzature doganali “moderne e affidabili” da sostenere con il prossimo bilancio dell’Ue.

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