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Giovedì, 25 Aprile 2024
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In Francia un "disastro civico": al voto solo 3 elettori su 10

La pandemia, ma anche una débacle organizzativa senza precedenti, con seggi senza schede e scrutatori, e chiusi in anticipo. Al primo turno delle regionali vincono l'astensione e i Repubblicani, mentre Macron vede dimezzare i consensi. E Marine Le Pen non sfonda

La destra di Marine Le Pen al di sotto della attese. Il partito del presidente Emmanuel Macron in crisi di consensi. E tra i due contendenti, esulta il centrodestra moderato di Les Republicains, mentre il centrosinistra riprende un po' di fiato dopo le sconfitte degli ultimi anni. Ma il dato più imortante che emerge dal primo turno delle elezioni regionali francesi è senza dubbio quello della partecipazione: appena il 33% degli elettori transalpini è andato alle urne, la percentuale più bassa di sempre.

l ministro dell'Interno Gerald Darmanin ha definito "preoccupante" l'astensione record dei suoi connazionali. Certo, la pandemia morde ancora il Paese, in diversi seggi sono stati segnalati disservizi durante le operazioni di voto, con urne aperte in ritardo, carenza di schede elettorali, difficoltà di reperire scrutatori e chiusure in anticipo rispetto all'orario previsto. Ma tutto questo non basta a giustificare il fatto che quasi 7 elettori su 10 non hanno votato.

Tra i commenti di queste ore c'è chi parla di un "disastro civico". Per la ministra Marlène Schiappa, questa astensione invita "tutti a una forma di umiltà", e ha chiesto ai partiti di interrogarsi sul motivo per cui "i dibattiti non riescono a convincere e ad attirare abbastanza donne e uomini francesi" . "Nessuno può tirare fuori lo champagne stasera" di fronte a questa "astensione abissale", ha aggiunto il portavoce del governo, Gabriel Attal, attribuendo la scarsa partecipazione all'emergenza sanitaria del Covid-19 che ha impedito lo svolgimento di una campagna elettorale nella debita forma.

Nelle dichiarazioni degli esponenti dell'esecutivo c'è senza dubbio anche il tentativo di far passare in secondo piano il netto calo del partito di Macron: La Republique En Marche ha ottenuto, insieme ai suoi alleati liberali, l'11,2%, quasi la metà della percentuale registrata alle elezioni europee del 2019. Anche per il Rassemblement national le urne si sono chiuse con un calo rispetto alle europee: il partito di Marine Le Pen, che puntava a conquistare il voto moderato e che i sondaggi davano in ascese, si è fermato al 19,3%, 4 punti in meno rispetto al 2019. 

Chi si è ripreso, invece, i consensi persi in passato sembrano essere i Les Republicains, che hanno ottenuto il 27% delle preferenze. Bene anche i socialisti e i loro alleati, che hanno ricevuto il 17,6% dei voti (alle europee avevano appena superato il 6%). A seguire, il gruppo con i Verdi (12,5%), mentre il partito di sinistra La France Insoumise si è fermato al 4,2%.

Il sistema elettorale francese prevede due turni. Ed è in quest'ottica che Marine Le Pen spera di poter conquistare almeno la presidenza di una regione, cosa finora mai riuscita al Rn, come al suo ex Front national: la leader della destra ha invitato tutti i suoi sostenitori a una "riscossa al secondo turno". Anche Stanislas Guerini, presidente esecutivo di En Marche, ha lanciato la corsa alla prossima tornata, che si terrà il 27 giugno. Guerini ha assicurato che il partito di Macron "si assumerà le sue responsabilità" per fare in modo che la destra estrema non conquisti neppure una regione. Un'eventualità che potrebbe rafforzare la corsa a cui tiene di più Le Pen, quella alla presidenza della Repubblica. 

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