"Il Covid è ancora una minaccia", e l'Oms chiede di non far ripartire i viaggi estivi
L'Organizzazione mondiale della sanità fa appello alla cautela: "Non commettiamo gli stessi errori dello scorso anno che hanno portato a un ritorno della malattia"
Grazie alle vaccinazioni il numero dei casi di coronavirus in Europa è in forte diminuzione, così come il numero dei decessi, ma se le dosi fanno vedere “la luce in fondo al tunnel”, dobbiamo evitare “pericolose recrudescenze” della malattia e non far ripartire, almeno non del tutto, i viaggi questa estate. È l'avvertimento che arriva dall'Organizzazione mondiale della sanità, preoccupata per la diffusione nel continente della variante B.1.617, conosciuta anche come variante indiana.
"La pandemia non è ancora finita. Una maggiore mobilità e maggiori interazioni possono portare a una maggiore trasmissione della malattia”, e quindi “di fronte a questa continua minaccia e nuova incertezza, dobbiamo esercitare cautela e ripensare o evitare i viaggi internazionali", ha dichiarato il direttore regionale dell'Oms Hans Klug. I casi ufficiali settimanali in Europa sono diminuiti di quasi il 60 percento passando da 1,7 milioni di metà aprile ai quasi 685mila della scorsa settimana, con anche i decessi che sono in forte calo.
Ma per l'Oms questo non basta visto che la nuova variante, che è più contagiosa ma non più pericolosa, è stata già identificata in almeno 26 dei 53 Paesi della regione, con la maggior parte dei casi legati a viaggi internazionali. Per questo Klug ha invitato i leader europei, che proprio in questi giorni stanno discutendo della possibilità di far ripartire i viaggi per i cittadini che hanno ricevuto le dosi, a "non commettere gli stessi errori che sono stati commessi in questo periodo l'anno scorso e che hanno portato a un ritorno del Covid-19 che ha fatto sì che i sistemi sanitari, le comunità e le economie dovessero sopportare ancora una volta tutta la forza della pandemia".
Kluge ha detto che i vaccini sono efficaci contro il nuovo ceppo, ma poiché solo il 23 per cento delle persone nella regione ha ricevuto una dose di vaccino e solo l'11 per cento entrambe, i governi e i cittadini dovrebbero essere cauti. "Né testare né ricevere vaccini è un sostituto per il rispetto delle misure di distanziamento fisico e per l'uso di maschere in spazi pubblici o strutture sanitarie", ha detto il direttore regionale, secondo cui "i vaccini possono essere una luce alla fine del tunnel, ma non possiamo essere accecati da quella luce".