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Giovedì, 28 Marzo 2024
Ambiente

In Danimarca elettrici 4 nuovi bus su 5. Italia, Francia e Germania continuano a preferire i diesel

Stando alle nuove immatricolazioni registrate nel 2019, solo pochi Paesi europei hanno investito con forza nei nuovi veicoli a zero emissioni. Il grosso degli acquisti è ancora concentrato sui mezzi che usano i combustibili fossili

Nel 2019 in Danimarca, quasi 4 nuovi autobus urbani su 5 erano elettrici. Quote simili in Lussemburgo e Olanda. Ma lo sforzo verso un trasporto pubblico più verde in Europa si ferma qui. Tanto più se si guarda a Italia, Polonia, Germania, Regno Unito, Spagna e Francia, che nell'insieme acquistano il 70% degli autobus urbani venduti nel Vecchio Continente. E dove le nuove immatricolazioni di mezzi 'green' (ossia elettrici o a idrogeno) non raggiungono neppure il 10% degli acquisti. E' quanto emerge dal report dell'ong ambientalista Transport & Environment

Lo studio, realizzato sulla base delle immatricolazioni registrate nel 2019,  assegna la palma del Paese europeo più ecologico (almeno per quanto riguarda il trasporto pubblico) alla Danimarca, dove il 78% dei nuovi bus era alimentato ad elettricità, contro il 22% a diesel. Al secondo posto il Lussemburgo, con il 67% di bus elettrici. Mentre l'Olanda è terza con il 66% (di cui una piccola quota a idrogeno). I veicoli a gas, nella classifica, vengono considerati alla stregua dei diesel.

Dietro i tre Paesi leader, bisogna andare in Scandinavia per trovare investimenti significativi nel trasporto a emissioni zero (elettrici o a idrogeno, secondo la classificazione della ong T&T): in Svezia, Norvegia e Finlandia, rispettivamente il 26%, 24% e 23% degli autobus urbani immatricolati rientravano in questa categoria. Il problema evidenziato dallo studio è che gli sforzi di questi Stati vengono vanificati se si guarda a quanto accade in Italia, Germania, Regno Unito, Francia, Spagna e Polonia, che nell'insieme rappresentano il 70% del parco autobus del Vecchio Continente: qui i mezzi a emissioni zero di nuova immatricolazione non superano il 10%, con l'Italia ad avere la performance peggiore, con appena il 5,4%.

“Le flotte di autobus urbani percorrono milioni di chilometri ogni anno. Se vogliamo decarbonizzare le nostre città, questi veicoli devono diventare privi di emissioni il prima possibile - dice James Nix di T&T - Gli autobus urbani a emissioni zero ci aiutano a combattere l'inquinamento atmosferico, affrontare i cambiamenti climatici, ridurre il rumore e ad abbattere i costi. Gli Stati membri dell'Ue devono garantire che i recovery plan nazionali finanzino la sostituzione dei mezzi pubblici fossili con quelli a emissioni zero", conclude.

Un appello che per ora in Italia sembra cadere nel vuoto, stando alla denuncia di diverse organizzazioni ambientaliste e dei Verdi Europei: "Nel Recovery palan ci sono solo 7,5 miliardi di euro per la mobilità urbana e regionale, nessuna voce specifica sullo sviluppo di un’adeguata rete di ricarica elettrica nazionale ad uso pubblico, e nessun investimento per la riconversione industriale del comparto trasporti - attacca Rosa D'Amato, eurodeputata dei Greens - Ricordo che l'Italia è il Paese Ue con il più alto numero di morti riconducibili allo smog. Evidentemente questo dato è stato dimenticato da chi ha redatto il Recovery plan nazionale".

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