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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Bruxelles dimentica l'uguaglianza di genere nella gestione dei fondi Ue: interviene la Corte dei conti

L'inclusione delle donne nel mercato del lavoro incrementerebbe il Pil italiano fino al 12% entro il 2050. I revisori contabili bocciano l'azione della Commissione

La Commissione europea “non ha ancora tenuto fede al suo impegno per l'integrazione della dimensione di genere nel bilancio dell’Ue” che si è concluso nel 2020 e pure nella gestione del Next Generation Eu, meglio noto come Recovery Fund, rischia di ripetersi l’inottemperanza per via della “mancanza di indicatori comuni” che “renderà difficile monitorare e dare seguito ai risultati anche in materia di parità di genere”. La bocciatura della Commissione è contenuta in una relazione speciale della Corte dei conti europea dal titolo “Integrazione della dimensione di genere nel bilancio dell’Ue: è tempo di tradurre le parole in azione”. 

Scelte di bilancio

“Un bilancio sensibile alla dimensione di genere - hanno scritto i revisori dei conti Ue - non significa soltanto finanziamenti per iniziative manifestamente a favore della parità di genere”, ma soprattutto “comprendere l’impatto delle decisioni strategiche e di bilancio sugli obiettivi" sull'inclusione delle donne "e utilizzare tali informazioni per modificare le spese e le entrate pubbliche al fine di correggere le disuguaglianze”. 

I vantaggi per l'Italia

La Corte dei conti Ue ha inoltre ricordato i risultati di uno studio condotto dall'Istituto europeo per l'uguaglianza di genere (Eige), secondo il quale il miglioramento della condizione economico-sociale delle donne porterebbe a un aumento del Pil pro capite dell’Ue compreso tra il 6,1% e il 9,6% entro il 2050. L’Italia - assieme a Belgio, Portogallo, Polonia e altri sei Paesi Ue - è uno degli Stati che si avvantaggerebbe di più delle politiche di integrazione delle donne nel sistema produttivo, con un potenziale aumento del Pil fino al 12% entro il 2050. 

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L'impatto del Covid

“I maggiori problemi che abbiamo riscontrato riguardano il mercato del lavoro, ma anche l’istruzione e la partecipazione delle donne nei ruoli di influenza”, ha detto a Europa Today Eva Lindstrom, membro della Corte dei conti europea. “Gli impegni sono stati assunti, ma i progressi verso il conseguimento della parità di genere sono troppo lenti”, ha aggiunto Lindstrom commentando lo studio. “In Europa è in gioco la parità di genere e sappiamo che gli effetti della pandemia di Covid-19 non sono neutri sotto questo profilo”, ha ricordato. “È giunto il momento che la Commissione agisca e inizi a inserire la dimensione di genere nella formazione del bilancio per il ciclo 2021-2027 e per lo strumento Next Generation Eu”, è la conclusione dei revisori contabili.

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