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Sabato, 20 Aprile 2024
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Brexit, Londra: noi proponiamo soluzioni creative, la Ue ci chiude la porta in faccia

Secondo il ministro della Brexit David Davis proposte soluzioni su tutti i dossier, ma nessuna apertura comunitaria. Intanto nella Ue si pensa al prossimo bilancio pluriennale, un rompicapo senza i fondi di Londra

Creatività da un lato, quello britannico, e porte chiuse, dall'altro, quello europeo. E' questa la radiografia dei negoziati tra Londra e Bruxelles, almeno secondo una voce molto interessata, quella del ministro britannico per la Brexit David Davis. In un'intervista alla BBC Davis ha sottolineato le aperture del governo di Theresa May sul fronte dei 3 nodi che al momento bloccano qualsiasi progresso nei negoziati, ossia status dei cittadini europei nel Regno Unito, regime dei confini con tra Irlanda del Nord ed Irlanda e conto del divorzio. Fra le concessioni che il governo May avrebbe fatto, ha chiarito Davis, ci sarebbe il diritto di voto nelle elezioni locali britanniche per i cittadini comunitari residenti nel Regno.

Passare direttamente alla seconda fase dei negoziati.

In un discorso a Berlino, il ministro incaricato ha poi sottolineato che l'Ue non deve mettere la politica prima della prosperità comune nelle trattative sulla Brexit, in sostanza che bisognerebbe passare direttamente alla seconda fase dei negoziati, ossia quella che dovrà affrontare il tema dell'accordo di libero scambio. L'obiettivo iniziale di Londra era, d'altronde, quella di definire in parallelo, già all'inizio dei negoziati sul divorzio, i termini legali della nuova relazione Londra-Bruxelles, quindi proprio il regime dell'accordo di libero scambio. Stando al ministro incaricato dei negoziati, anche alcuni Paesi Ue sarebbero già intenzionati a fare il 'salto' alla fase successiva ma, ha sottolineato Davis, questa "è una decisione presa dai 27".

I conti in casa Ue senza Londra? Un rompicapo.

Trovare un accordo sul prossimo bilancio dell'Ue, che dovrà fare a meno del contributo del Regno Unito, "è un vero e proprio rompicapo". Da un lato, ha affermato un portavoce della Commissione, "abbiamo nuove sfide da affrontare, come la gestione dei migranti e la sicurezza, e allo stesso tempo avremo meno soldi". Più cose da fare con meno risorse, questa è la sintesi di Bruxelles, una sintesi illustrata pensando ai possibili scenari legati alla nuova proposta sul bilancio pluriennale post 2020 - periodo 2021-2028 - prevista per maggio 2018. L'ipotesi più pessimistica prevede un taglio del 30% dei fondi nelle casse Ue, ma "è del tutto normale che in questo processo, che è in corso, ci siano idee e rapporti che circolano. È lo scopo di questa fase", ha precisato il portavoce. Per trovare soluzioni, il commissario Ue incaricato di far quadrare i conti, il tedesco Gunther Oettinger, ha iniziato un tour che toccherà tutte e 27 le capitali europee con l'obiettivo di, ha precisato il portavoce, "ascoltare tutte le persone interessante come i governi, i parlamentari e la società civile, e avere il polso delle loro opinioni e dei loro bisogni".

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