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Giovedì, 28 Marzo 2024
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"Non ordinare una 'ndrangheta come dolce", lo spot che fa infuriare gli italiani in Belgio

Polemiche per la pubblicità dell'Università di Lovanio, ideata per promuovere i suoi studi di linguistica: "Perché accostare per forza l'Italia alla criminalità organizzata?". Ma la volontà originaria del corso era proprio superare gli stereotipi

"Così non ordinerai una 'ndrangheta per dolce". Voleva essere ironico e provocatorio, ma lo spot che da alcuni giorni campeggia in Belgio non sta facendo ridere molti degli italiani del posto, che anzi stanno protestando con forza sui social per l'ennesimo accostamento tra il Belpaese e la criminalità organizzata. La pubblicità è dell'Università di Lovanio, che ha voluto così promuovere i suoi corsi di linguistica, incentrati proprio sulla lotta agli stereotipi, sembra aver avuto purtroppo l'effetto opposto, a causa di un 'misunderstanding', un malinteso. 

La protesta

"Noi italiani, noi italiani del Sud soprattutto, noi che la Mafia la 'Ndrangheta e la Camorra la conosciamo bene, noi che l'abbiamo combattuta, noi giovani che abbiamo imparato dal sacrificio eroico di giudici come Falcone e Borsellino, e migliaia di altre vittime cadute sotto il fuoco e le bombe della criminalità organizzata, noi che siamo qui all'estero forse proprio perché per colpa di queste mafie non abbiamo potuto valorizzarci nel nostro Paese,  NOI non possiamo permettere che ancora nel 2021 si usino queste parole per fare della pubblicità, del clamore mediatico, o dell'ironia!", attacca Stefano sulla pagina Facebook "Italians ad Anversa". "Perché accostare per forza l'Italia alla criminalità organizzata?", scrive un altro utente.

Un messaggio di rabbia che fa il subito il giro dei social e dei vari gruppi Facebook dove si riuniscono i tanti italiani del Belgio (che rappresentano la seconda comunità straniera del Paese, senza considerare i tantissimi belgi con radici italiane). A fare infuriare, oltre all'accostamento tra Italia e criminalità, è anche il fatto che a promuovere lo spot sia stata un'università, "il luogo per eccellenza dove la memoria storica, il rispetto, la cultura del bene e del giusto devono prevalere. Ma chi ha curato con tanta pochezza questa campagna? Chi é la mente eccelsa dell'Università di Lovanio, una delle più antiche e rinomate d'Europa, che ha avallato questo?", scrive ancora Stefano. "In Italia - continua - nessuno si permette di parlare del Belgio ironizzando sul fatto che sono pedofili, solo perché negli anni '90 un perverso come Dutroux ha fatto quello che ha fatto. Ci sono cose su cui non si può ironizzare. Ci sono cose su cui non si fa pubblicità, nemmeno con le migliori intenzioni", conclude. Stando a quanto si legge sul gruppo Facebook "Italiani a Bruxelles", sarebbe anche partita una lettera all'Ambasciata italiana in Belgio in cui si chiede alle nostre autorità di attivarsi per far rimuovere lo spot.

Belgio centro delle mafie

Per il momento, non si registrano reazioni da parte dell'Università di Lovanio. Va detto che nella ricca città delle Fiandre, la 'ndrangheta è ben conosciuta: da tempo, come rivelato da diverse inchieste, alcune cosche operano con successo negli affari locali, leciti ed illeciti. E sono in buona compagnia: in Belgio si registra una presenza preoccupante di diverse organizzazioni mafiose: da quella marocchina a quella albanese, passando per camorra e mafia nigeriana. Ad attrarre i criminali c'è soprattutto il porto di Anversa, intorno al quale si sarebbe sviluppato un giro di affari notevole da parte della malavita. A fare da collante di queste mafie il mercato della cocaina: lo scorso febbraio proprio ad Anversa, un'operazione internazionale ha permesso di scoprire un carico di 16 tonnellate di cocaina. Si tratta del più grande sequestro di droga mai avvenuto in Europa. Nel 2020, le tonnellate intercettate dalla polizia nel porto belga sono state ben 65.   

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