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Sabato, 20 Aprile 2024
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"Non date Astrazeneca a chi ha aumentata permeabilità capillare", l'avvertimento dell'Ema

L'agenzia Ue del farmaco ha aggiunto un altro effetto indesiderato del vaccino Vaxzevria e ha sconsigliato l'uso per chi soffre di questa sindrome molto rara in seguito a sei casi segnalati, di cui un decesso

Niente vaccino Astrazeneca a chi soffre della sindrome da aumentata permeabilità capillare. Lo ha stabilito il Comitato di farmacovigilanza Prac dell'agenzia europea del farmaco Ema, che ha deciso di aggiungere tale sindrome tra gli effetti indesiderati del Vaxzevria (il nome commerciale del vaccino di Astrazeneca). 

Un decesso

L'Ema ha effettuato una revisione approfondita di 6 casi di sindrome da aumentata permeabilità capillare in persone che avevano ricevuto Vaxzevria. La maggior parte dei casi si è verificata nelle donne ed entro 4 giorni dalla vaccinazione. Tre delle persone colpite avevano una storia di sindrome da aumentata permeabilità capillare e uno di loro successivamente è deceduta. Al 27 maggio 2021, nell'Ue/Spazio economico europeo e nel Regno Unito sono state somministrate più di 78 milioni di dosi di vaccino Astrazeneca.

La sindrome

"La sindrome da perdita capillare è una condizione molto rara e grave che provoca perdita di liquidi dai piccoli vasi sanguigni (capillari), con conseguente gonfiore principalmente alle braccia e alle gambe, bassa pressione sanguigna, ispessimento del sangue e bassi livelli ematici di albumina (un importante proteina)", scrive l'Ema. "Gli operatori sanitari devono essere consapevoli dei segni e dei sintomi della sindrome da perdita capillare e del suo rischio di recidiva nelle persone a cui è stata precedentemente diagnosticata la condizione - continua l'agenzia - Le persone che sono state vaccinate con Vaxzevria devono cercare assistenza medica immediata se manifestano un rapido gonfiore delle braccia e delle gambe o un improvviso aumento di peso nei giorni successivi alla vaccinazione. Questi sintomi sono spesso associati alla sensazione di svenimento (a causa della bassa pressione sanguigna)", conclude la nota.

La miocardite e il Pfizer

L'Ema ha anche comunicato di "continuare la valutazione delle segnalazioni di miocardite (infiammazione del muscolo cardiaco) e pericardite (infiammazione della membrana attorno al cuore) manifestate da un piccolo numero di persone dopo la vaccinazione con i vaccini Covid-19". Il Comitato "ha iniziato la sua revisione ad aprile a seguito di casi di miocardite dopo la vaccinazione con Comirnaty" di Pfizer/BioNTech "in Israele - riporta l'agenzia -. La maggior parte di questi casi è stata lieve e si è risolta in pochi giorni. Tali eventi riguardavano principalmente i maschi di età inferiore ai 30 anni, con sintomi che iniziavano per lo più entro alcuni giorni dalla vaccinazione con la seconda dose".

Successivamente, "casi di miocardite e/o pericardite sono stati segnalati anche nell'Area economica europea" e non solo dopo vaccino Pfizer. Il Prac incoraggia tutti gli operatori sanitari a "segnalare qualsiasi caso di miocardite o pericardite e altri eventi avversi nelle persone cui vengono somministrati questi vaccini. I pazienti che hanno sintomi come respiro affannoso, battito cardiaco accelerato, che può essere irregolare, e dolore toracico dopo la vaccinazione devono consultare il proprio medico". La miocardite e la pericardite - ricorda l'Ema - sono malattie infiammatorie cardiache che possono verificarsi a seguito di infezioni o malattie immunitarie. A seconda della fonte considerata, l'incidenza di miocardite e pericardite nel varia da 1 a 10 su 100mila persone all'anno nell'Area economica europea. Le due condizioni di solito migliorano spontaneamente o con il trattamento farmacologico. 

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