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Giovedì, 25 Aprile 2024
Lavoro

Il blackout di Facebook costa caro a Zuckerberg: persi 6 miliardi di dollari in poche ore

A causare il blocco sarebbe stato un errore tecnico. Ma i guai maggiori arrivano dalle rivelazioni di una ex ingegnere del social

Non è proprio un bel momento per il ceo di Facebook, Mark Zuckerberg. Dopo le accuse di una sua ex dipendente, che ha denunciato il gigante dei social di eludere il controllo sulle fake news per ragioni di profitto, è arrivato il maxi crash che ha bloccato per quasi mezza giornata sia Facebook, sia le altre app controllate, ossia Instagram, Whatsapp e Messenger. Il risultato è che le azioni sono crollate del 4,89% a 326,23 dollari. E lo stesso portafoglio personale di Zuckerberg ne ha risentito, con una perdita di ben 6 miliardi di dollari nel giro di poche ore. Che si aggiungono ai circa 9 miliardi persi a settembre. 

Le rivelazioni di Haugen

Certo, il fondatore di Facebook ha le spalle (e il patrimonio) forti: gli restano ancora 121,6 miliardi di dollari sul conto, secondo un conteggio di Bloomberg. Ma ad allarmare Zuckerberg, più che le perdite, sono i continui problemi di immagine e tecnici che i suoi network stanno avendo negli ultimi tempi. Da un punto di vista dell'immagine, ci sono le rivelazioni di Frances Haugen, ex ingegnere di Facebook che in queste ora sta facendo tremare il colosso dei social.

L'accusa di Haugen è che i dirigenti di Menlo Park abbiano volutamente evitato di adottare algoritmi più efficaci contro le fake news circolanti sui loro social per ragioni di profitto. Un esempio, secondo Haugen, sarebbe Instagram: l'ingegnere ha sostenuto che impatta in modo drammatico sulla vita delle adolescenti: "Una ricerca realizzata da Facebook - ha raccontato - dice che le giovani donne che seguono contenuti legati al disordine alimentare, più seguono questi temi e più entrano in depressione. E questo porta a usare Instagram di più". E a garantire di conseguenza più introiti.

In una nota scritta, Facebook si è difesa sostenendo che la compagnia "continua a fare significativi miglioramenti per contrastare la diffusione di disinformazione e contenuti che possano danneggiare le persone. Sostenere che incoraggiamo i cattivi contenuti e non facciamo niente per fermarli non è vero".

Il (nuovo) problema tecnico

A causare danni di immagine, però, sono anche i continui problemi tecnici. L'ultimo blackout, secondo quanto emerso, sarebbe dovuto a una errata configurazione dei server di Facebook. A spiegare il probabile problema è stato John Graham-Cumming, chief technology officer di Cloudflare, una società di infrastrutture web. La premessa è che i computer convertono siti web come Facebook.com in indirizzi numerici (IP), attraverso un sistema che l'esperto paragona alla rubrica di un telefono. "Il problema interno che si è verificato in Facebook - spiega Graham-Cumming al New York Times - è stato l'equivalente del rimuovere i numeri di telefono degli utenti dai loro nomi in rubrica, rendendo impossibile chiamarsi".

In pratica è come se improvvisamente fossero stati cancellati i percorsi che consentivano agli utenti di accedere ai server di Facebook. In pratica, milioni di smartphone e di altri dispositivi hanno cercato insistentemente di trovare le app di Facebook su Internet e questi tentativi inutili generano traffico che rallenta tutti gli altri accessi. Sempre il Nyt spiega che Facebook avrebbe inviato una squadra ad uno dei suoi data center a Santa Clara, in California, per resettare manualmente i server. La stessa azienda ha poi confermato che il problema era proprio l'errata configurazione.

Non è la prima volta che i servizi dell'ecosistema Facebook non funzionano all'unisono. L'ultimo blackout mondiale che aveva mandato in tilt WhatsApp, Instagram e Facebook si era registrato lo scorso 19 marzo ed era durato circa un'ora; ma quello più lungo si è verificato il 13 marzo 2019, un record di 14 ore di stop per le applicazioni. 

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