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Giovedì, 18 Aprile 2024
Lavoro

L'Ue riduce ancora la blacklist dei paradisi fiscali: via Seychelles, Antigua e Dominica

A 24 ore dal nuovo scandalo dei Pandora papers, polemica sulla,decisione dei ministri europei delle Finanze di rimuovere 3 Paesi dalla lista nera

Di sicuro, il tempismo non è stato dei migliori: i ministri delle Finanze dell'Unione europea hanno rimosso tre Paesi dalla lista nera delle "giurisdizioni non cooperative a fini fiscali", ossia la blacklist dell'Ue dei paradisi fiscali nel mondo. Fuori dall'elenco sono finite Anguilla, un territorio d'Oltremare britannico nei Caraibi, Dominica, piccolo Stato insulare caraibico, e le Seychelles, nell'Oceano Indiano. Nella lista nera sono rimasti invece 9 Paesi, tra cui Panama e le Isole Vergini americane. 

Come dicevamo, per l'Ecofin, l'organo del Consiglio Ue che riunisce i ministri economici e finanziari del blocco, la scelta di rivedere l'elenco non è arrivata nel momento più opportuno: 48 ore prima, infatti, era scoppiato il nuovo scandalo fiscale, quello dei Pandora papers, l'inchiesta giornalistica internazionale che ha rivelato come ben 330 politici, oltre a uomini d'affari di primo livello, abbiano usato società di comodo nei paradisi fiscali per eludere le tasse. Tra questi anche il ministro delle Finanze olandese, Wopke Hoekstra, che, forse per evitare ulteriori polemiche, ha disertato l'Ecofin. 

Le polemiche, con Hoekstra presente o meno, sono comunque arrivate in direzione dei ministri Ue. Nel mirino c'è proprio la blacklist, nata all'indomani dello scandalo dei Panama papers come strumento chiave di pressione sulle giurisdizioni "non cooperative" per combattere l'elusione, l'evasione e il riciclaggio di denaro. La lista è stata via via emendata, eliminando una serie di Paesi che, a detta dell'Ue, hanno cominicato a cooperare e per questo sono stati promossi: a oggi sono 9 quelli ancora presenti nell'elenco, ossia Samoa Americane, Fiji, Guam, Palau, Panama, Samoa, Trinidad e Tobago, le Isole Vergini Americane e Vanuatu. Troppo poco per diversi esponenti del Parlamento europeo ed esperti.

Per esempio, nella lista mancano le Isole Vergini britanniche, che proprio i Pandora papers citano come paradiso fiscale molto gettonato dagli elusori. "Alcuni dei paradisi fiscali più famosi del mondo non sono nemmeno elencati dall'Ue", dice l'eurodeputata socialista francese Aurore Lalucq, che ha redatto una risoluzione che chiede un giro di vite sui paradisi fiscali che verrà votata dalla Plenaria dell'Eurocamera questo giovedì. “Purtroppo, i Paesi che rimangono nella lista nera non rappresentano i flussi finanziari più importanti - continua - Dobbiamo sapere esattamente chi chiede cosa in Consiglio, soprattutto se alcuni ministri sono coinvolti nello scandalo dell'evasione fiscale", ha aggiunto con un chiaro rifermento a Hoekstra.

"C’è un grave problema politico e di credibilità, che è forse quello che più emerge dai Pandora papers - dice Rosa D'Amato, eurodeputata dei Greens - Con che credibilità l’Europa alza la bandiera della lotta a evasione e riciclaggio, quando abbiamo ben due capi di governo (Cipro e Repubblica ceca, ndr) e un ministro delle Finanze che eludono il fisco. Con che credibilità questi esponenti politici chiedono ai cittadini di fare sacrifici, spingendo per il ritorno dell’austerity, e poi in Consiglio sono i primi a opporsi a misure anti-paradisi fiscali come la base imponibile comune per le società o, di recente, l’accordo sulla Global mininum tax. Io credo che in Europa serva più trasparenza. Qui non è in gioco solo la giustizia fiscale, ma anche e soprattutto la giustizia sociale", conclude D'Amato.

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