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Sabato, 20 Aprile 2024
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Ue verso conferma stop ai viaggi dagli Usa. Ma apre ai cinesi

Secondo diversi media, che citano fonti interne alla Commissione europea, Bruxelles si appresta a dare luce verde alla riapertura dei collegamenti con una serie di Paesi, tra cui la Cina. Mentre sarebbero esclusi, oltre agli Stati Uniti, anche Brasile e forse la Russia

I collegamenti tra l'Unione europea e il resto del mondo verranno riaperti da luglio, ma non per tutti: gli Stati Uniti potrebbero venire per il momento esclusi, perché considerati a rischio per via dell'alto numero di casi di coronavirus. A differenza della Cina, a cui Bruxelles si appresta a riaprire le porte. E' quanto sostengono diversi media citando fonti interne alla Commissione Ue. 

Che l'Ue fosse intenzionata a ripristinare i viaggi dei passeggeri da e verso alcuni Paesi terzi era cosa nota. Ma le precedenti comunicazioni non avevano ancora indicato gli Stati prescelti. Il criterio che sta seguendo Bruxelles è chiaramente quello della situazione epidemiologica e, a quanto parte, gli Usa non rientrerebbero nella lista dei 'porti sicuri". Secondo Politico, a essere esclusi sarebbero anche Brasile e Macedonia. Mentre Euractiv aggiunge all'elenco dei non desiderati la Russia.

E' chiaro che, se tali scelte fossero confermate, si aprirebbero degli scontri diplomatici non da poco. Tanto più se alla Cina, come pare probabile, verrà invece consentito di riattivare le rotte turistiche e civili verso l'Ue. Va anche aggiunto che quelle di Bruxelles dovrebbero essere solo delle raccomandazioni e che quindi i singoli Paesi Ue potrebbero decidere di aprire i loro aeroporti anche a chi rientra nella lista degli Stati a rischio. Ma questo non ridurrebbe certo lo smacco politico per gli eventuali esclusi, a partire da Washington.

Il criterio che l'Ue starebbe seguendo è quello di riaprire a quei Paesi che hanno un tasso di contagi vicino a quello della media europea, ossia 16 ogni 100mila abitanti. Al momento ci sarebbero due liste di promossi e potenziali promossi: la prila comprende 47 paesi con un tasso di contagi inferiore a 16 casi per 100mila abitanti. Il secondo, che copre un tasso tra 16 e 20 ogni 100mila, elenca 54 paesi. Cina, Vietnam e Australia sono in entrambe le liste, mentre Canada, Turchia ed Egitto sono inclusi solo nella fascia più ampia. Gli Stati Uniti, il Brasile e la Russia sembra di no. 

Tuttavia, alcuni governi spingono perché si tenga conto anche di altri fattori, come il numero dei test, il numero di pazienti in terapia intensiva e il tasso di posti letto per abitanti. E questo potrebbe ridurre l'elenco a pochi Paesi. "Serve reciprocità", spiega una fonte a Politico. 

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