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Giovedì, 18 Aprile 2024
Lavoro

La Svezia come la Romania: per la Bce non hanno i requisiti per entrare nell’eurozona

Francoforte fa le pulci ai Paesi Ue che mantengono le valute nazionali. E anche se tanti Governi dicono di non voler aderire alla moneta unica, il rapporto rivela che non avrebbero in ogni caso le carte in regola per entrare nel 'club'

Nessuno dei potenziali Paesi candidati ad aderire all'euro soddisfa tutti i criteri necessari per entrare nel club dell'eurozona. Lo afferma la Banca centrale europea in un rapporto che mette in luce le carenze economico-strutturali e di governance finanziaria dei diversi Paesi Ue che usano ancora una valuta nazionale. Tutti i membri dell'Unione europea, salvo la Danimarca, si sono impegnati ad aderire all'euro, ma la maggior parte dei Governi che non fanno parte dell’eurozona stanno temporeggiando o rinviando l’adesione alla moneta unica, convinti di dover poi fare i conti con intransigenti regole di stabilità vincolanti.

Buoni progressi, ma ancora tanta strada da fare

Lo studio dell'Eurotower ha preso in considerazione gli sviluppi economici e giuridici in sette Paesi dell'Ue che usano valute nazionali mantenendo le proprie banche centrali: Bulgaria, Croazia, Polonia, Romania, Svezia, Repubblica Ceca e Ungheria. Nonostante la valutazione generale negativa da parte di Francoforte, dal 2018 a oggi la maggior parte dei Paesi che potrebbero adottare l'euro ha compiuto “buoni progressi” nel ridurre gli squilibri di bilancio. In particolare, sono stati valutati lo sviluppo dell'inflazione, del deficit di bilancio e del debito pubblico, nonché l'indipendenza delle banche centrali nazionali. 

L'inflazione troppo alta

L'inflazione è superiore a quella consentita in cinque dei sette Paesi potenziali membri dell’eurozona e la Bce ha affermato di essere preoccupata per la sostenibilità della convergenza dell'inflazione nella maggior parte di essi. Francoforte punta a un’inflazione al di sotto del 2%, mentre all'interno dell'eurozona c'è il problema contrario: quello di scongiurare il rischio deflazione. La maggior parte degli Stati dell'Europa centrale sta registrando tassi di inflazione vicini o superiori al 3%.

L'indipendenza della banche centrali 

I banchieri centrali rivelano inoltre che la maggior parte dei Paesi sta affrontando un'impennata dei disavanzi di bilancio, una conseguenza della spesa che si è resa necessaria per resistere alla pandemia di Covid-19. La Bce ha aggiunto che nessuno dei Paesi ha rispettato i requisiti legali per l'indipendenza della banca centrale e tutti, tranne la Croazia, non hanno soddisfatto i requisiti relativi al divieto di finanziamento monetario, fondamenti chiave per poter aderire alla moneta unica europea.

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