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Giovedì, 28 Marzo 2024
Lavoro

Il Parlamento Ue vuole uno "statuto europeo dell'artista"

Strasburgo chiede standard sociali minimi per i lavoratori dello spettacolo, messi in ginocchio dalla pandemia

Più protezione per artisti e lavoratori culturali: è quanto chiede il Parlamento europeo che durante la plenaria di Strasburgo ha esortato la Commissione a creare uno "statuto europeo dell'artista" che definisca standard minimi sociali e condizioni di lavoro comuni a tutti i Paesi membri. Il testo, non legislativo, è stato approvato con 543 voti favorevoli, 50 contrari e 107 astensioni. Secondo i deputati questa categoria di lavoratori, messa in ginocchio dalla pandemia, dovrebbe avere accesso alla contrattazione collettiva e avere maggiori sicurezze.

Il testo prevede varie strategie per aiutare il settore. In primo luogo, viene sottolineata l'importanza di implementare la mobilità transfrontaliera, nello specifico, tutti gli Stati membri dovrebbero riconoscere equamente le competenze, le qualifiche e i diplomi culturali e creativi. Si chiede anche che vengano implementati programmi specifici dedicati alla mobilità dei giovani creatori e innovatori e, al fine di facilitare gli spostamenti, di rivedere i requisiti amministrativi su visti, tassazione e sicurezza sociale, poiché le differenze legislative dei vari Paesi sono il maggiore ostacolo alle collaborazioni tra artisti provenienti da diversi Stati.

I deputati chiedono inoltre che gli artisti vengano protetti dalle piattaforme di streaming, da cui sono sempre più dipendenti, e che hanno iniziato ad imporre agli autori delle “clausole di buyout”, ovvero di esclusività, con le quali acquisiscono tramite un pagamento una tantum il pieno diritto d'autore e privano così gli autori delle royalties e quindi del denaro che avrebbero guadagnato tramite gli ascolti o le visualizzazioni.

I parlamentari enfatizzano infine l’importanza di difendere la libertà artistica e di espressione sanzionando eventualmente gli Stati che non rispettano gli obblighi e chiedono ai Paesi membri di impegnarsi a garantire il libero accesso delle creazioni artistiche.

Queste misure servirebbero a tentare di riparare gli enormi danni causati dalla pandemia al settore della cultura. Secondo i dati dell’Ue lo scorso anno la categoria ha subito perdite sul fatturato di oltre il 30 per cento, ovvero 199 miliardi di euro. I settori della musica e delle arti dello spettacolo sono quelli ad aver sofferto maggiormente delle chiusure, si stima infatti che le categorie abbiano avuto perdite rispettivamente del 75 e del 90 per cento. La relatrice Monica Semedo (Renew) ha dichiarato: “Anche prima della pandemia molti artisti si trovavano in difficoltà e avevano bisogno di un secondo reddito per avere una vita decente. Esortiamo gli Stati membri e la Commissione a prendere misure specifiche per affrontare il reddito instabile, il lavoro non retribuito e l'insicurezza sul lavoro, e per salvaguardare uno standard minimo di reddito per gli artisti e i professionisti della cultura. Inoltre, dobbiamo evitare gli oneri burocratici come i permessi di lavoro o i permessi per organizzare festival e la doppia tassazione per gli artisti che lavorano oltre confine".

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