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Giovedì, 25 Aprile 2024
Salari e inflazione

In tutta Europa i lavoratori stanno entrando in sciopero

Dai tagli alla sanità all'innalzamento dell'età pensionabile passando per gli stipendi colpiti dall'inflazione: i sindacati del Vecchio Continente si mobilitano per difendere i loro iscritti

Pensioni, sanità e stipendi. Questi sono i temi caldi che stanno portando migliaia di lavoratori in piazza in tutta Europa. Il Paese più colpito dagli scioperi è senza dubbio il Regno Unito, dove il tasso d'inflazione a doppia cifra non accompagnato da un'adeguata indicizzazione dei salari ha portato alla paralisi dei trasporti e a disagi negli ospedali durante le feste. Una nuova ondata di scioperi colpirà le scuole e i reparti di pronto soccorso, con insegnanti, personale delle ambulanze e infermieri sul piede di guerra per ottenere gli attesi aumenti salariali. E se nell'ex Paese Ue il clima sociale è incandescente, anche nel resto del Continente le proteste divampano.

Domenica per le strade di Madrid si è riversata una "marea bianca" di operatori ospedalieri contrari alla privatizzazione e ai tagli della spesa sanitaria. Fonti governative hanno stimato che alla manifestazione abbiano partecipato circa 30mila camici bianchi mentre gli organizzatori hanno detto che in piazza c'erano 50mila persone. La mobilitazione, ha precisato El Pais, proseguirà con tre giorni di sciopero durante la settimana del personale non ospedaliero dei reparti di pronto soccorso, che da ottobre scorso lavorano a regime dimezzato a causa di proteste e mancanza di personale. 

Servizio civile a 15 anni e pensione a 64: così Macron vuole far lavorare di più i francesi

A dare il via all'inverno 'caldo' francese è stato invece l'annuncio del presidente Emmanuel Macron sull'innalzamento dell'età pensionabile da 62 a 64 anni. Le principali sigle sindacali dopo dodici anni di divisioni interne hanno trovato l'unità in quanto "totalmente contrarie" al provvedimento "accompagnato da un aumento del periodo contributivo". Di qui la promessa di uno sciopero generale per giovedì 19. Tra i settori più colpiti dalla mobilitazione si aspettano conseguenze su trasporti, istruzione e sanità, ma anche nei comparti dell'energia e degli altri servizi pubblici.

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