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Venerdì, 19 Aprile 2024
Lavoro

Eurogruppo: "Mes? Non serve riaprire riforma". Salvini: "Da Conte ennesima bugia"

Il presidente dell'Eurozona, Mario Centeno: "L'accordo politico è stato raggiunto, lavoriamo sugli aspetti tecnici". Il premier aveva rassicurato: "Il negoziato non è chiuso"

Su un fatto sono tutti d'accordo: il negoziato non è ancora chiuso. Ma sui margini di manovra sul testo e sui tempi per la firma definitiva sulla riforma del Mes, il meccanismo europeo di stabilità, la versione di Bruxelles e quella del premier italiano Giuseppe Conte divergono. E non di poco, secondo il leader della Lega, Matteo Salvini. 

Se per Conte, il negoziato sul Mes, o Fondo salva-Stati che dir si voglia, è ancora aperto (in particolare sui punti sensibili per l'Italia, come la parte sulla ristrutturazione del debito pubblico), per Mario Centeno, presidente dell'Eurogruppo, l'organo che di fatto ha la penultima parola prima della decisione definitiva dei leader della zona Euro, l'accordo sulla riforma è ormai cosa fatta e c'è solo da limare dettagli marginali. "Non vediamo la necessità" di rinvii più lunghi dell'approvazione della riforma, ha detto a margine della riunione dell'Eurogruppo, a cui partecipano il ministro Roberto Gualtieri e il neo commissario Ue all'Economia Paolo Gentiloni: "Stiamo lavorando sugli aspetti tecnici ora: l'accordo politico è stato raggiunto ed è importante che ci sia un dibattito politico in tutti gli Stati membri. Di certo i ministri lo sottolineeranno: non vedo spazio" per rinvii lunghi. Secondo Centeno, "abbiamo preso una decisione in giugno", con "la prospettiva di firmare i cambiamenti del trattato all'inizio dell'anno prossimo", ossia nel 2020 e non, dunque, al prossimo vertice Ue di Bruxelles. 

A ogni modo, negli ambienti Ue si continua a insistere sul fatto che la riforma, cosi' come è stata abbozzata, non comporta rischi per l'Italia. Come ha detto il direttore generale del Mes Klaus Regling in occasione dell'Eurogruppo dello scorso ottobre a Lussemburgo, anche se il nostro Paese ha un "debito elevato e una crescita bassa", questo non vuol dire che "perderà l'accesso ai mercati" dei capitali, trovandosi costretta a ristrutturare il debito pubblico, come paventato da Salvini e altri. "La cosa è stata ipotizzata molte volte - aveva ricordato Regling - ma non è mai successa e non prevedo che succeda in futuro", perché "la situazione macroeconomica dell'Italia non è paragonabile a quella della Grecia, del Portogallo, dell'Irlanda o di Cipro sei o sette anni fa".

Rasicurazioni che non convincono Salvini. Che torna ad attaccare il premier: sul Mes "è l'ennesima bugia di Conte. Da Bruxelles continuano a dire pacchetto chiuso, accordo chiuso... e Conte dice invece che è aperto, non mi stupirebbe l'ennesima bugia. Dobbiamo fermare la firma di qualcosa che è contro l'interesse nazionale", ha detto il leader della Lega.

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