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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Buste paga

L'Italia ha davvero bisogno di un salario minimo?

La neo leader del Pd Schlein ne chiede l'introduzione. Meloni si oppone. Ma una direttiva Ue potrebbe costringere il governo a farci i conti

Nel suo primo faccia a faccia alla Camera con la premier Giorgia Meloni da neo leader del Pd, Elly Schlein ha ritirato fuori la questione dell'introduzione in Italia del salario minimo. "La precarietà è il lavoro povero, occorre fissare per legge un salario minimo perché sotto una certa soglia non si può chiamare lavoro ma sfruttamento", ha detto Schlein. Giusto aumentare gli stipendi, ma il salario minimo non è la "soluzione", ha replicato Meloni. Chi ha ragione tra le due protagoniste della politica italiana?

Cosa dice la direttiva Ue

Prima di provare a rispondere a questa domanda, bisogna fare un passo indietro. Lo scorso ottobre, l'Ue ha dato il via libera definitivo alla direttiva sul salario minimo. I Paesi avranno due anni di tempo, quindi entro il 2024, per recepere le nuove norme. Cosa prevedono? In linea generale, la legge dà agli Stati due opzioni: o introdurre un salario minimo, o raggiungere almeno l'80% di stipendi fissati da contratti collettivi. L'Italia non soddisfa la prima opzione, al pari di Austria, Svezia, Finlandia e Danimarca (negli altri 22 Stati Ue esiste). Se volesse adeguarsi, la direttiva consiglia una serie di parametri da seguire, uno dei quali (una soglia pari al 60% del salario lordo mediano) potrebbe portare a un salario minimo intorno ai 1.000 euro.

Il nodo dei contratti collettivi

Sulla seconda opzione, invece, il dibattito è aperto. Sulla carta, il Belpaese è già in linea con la direttiva: secondo recenti stime, il tasso di copertura italiano è sopra l'85%. Ma diversi economisti segnalano che questa quota potrebbe essere frutto di un metodo di calcolo sbagliato, e potrebbe essere rivista al ribasso con l'applicazione della direttiva. Il motivo va cercato nella forte presenza di contratti collettivi "pirata" e di contratti scaduti. I primi riguardano quei contratti siglati da associazione di categoria non riconosciute dal Cnel, che coprono circa 33mila lavoratori italiani: come saranno conteggiati con la direttiva? In secondo luogo, ci sono i contratti scaduti: alla fine dello scorso anno, dei 955 contratti collettivi depositati al Cnel, il Consiglio nazionale per l'economia e il lavoro, ben il 62% risultava scaduto, molti dei quali da più di 5 anni. La Commissione europea accetterà i contratti scaduti per calcolare la soglia dell'80%? Anche su questo, la situazione non è chiara.

Dove aumentano di più i salari

A ogni modo, il governo ha quasi due anni per recepire la direttiva e decidere se è necessario o meno adeguarsi, e come. Per Meloni, "l'obiettivo che il governo si è posto è quello di aumentare i salari", che in Italia sono al palo da 30 anni. Qual è lo strumento migliore per farlo? Il salario minimo o la contrattazione collettiva (quindi scegliere di impegnarsi nella concertazione tra sindacati e imprese)? Difficile dirlo, dato che anche gli economisti si dividono. Ma guardando alla dinamica degli stipendi nei Paesi Ue nel 2022, a fronte di un'inflazione record, emerge chiaramente che laddove c'è il salario minimo, le buste paga sono aumentate in maniera più consistente rispetto ai pochi Stati del blocco che non lo prevedono.

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Nel terzo trimestre del 2022, per esempio, stando ai dati Eurostat, i salari nell'Ue sono aumentati nell'Ue del 2,8% rispetto allo stesso periodo del 2021. In Italia, l'aumento è stato dell'1,8%. Guardando agli altri Paesi senza salario minimo, troviamo Finlandia e Danimarca con una crescita delle buste paga inferiore alla media Ue. In Svezia, l'adeguamento trimestrale è stato del 3,3% (di poco sopra la media Ue), in Austria del 6,1%. Più che il caso svedese (la crescita è stata più moderata nei mesi precedenti), colpisce l'esempio austriaco: Vienna sembra contraddire i tifosi del salario minimo, dimostrando che anche agendo sulla contrattazione collettiva si possono aumentare gli stipendi. L'eccezione austriaca varrà anche per l'Italia? Lo si vedrà nei prossimi mesi. 

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