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Venerdì, 19 Aprile 2024
Lavoro

"Troppi dati finanziari fanno male all'innovazione": la ricerca che smonta il mito del reporting

Una nuova ricerca della Business School di Londra suggerisce che un eccesso di analisi a breve termine renda i manager eccessivamente cauti e limiti le prospettive di crescita sul lungo periodo. Un discorso che vale tanto più dinanzi alla crisi del Covid-19

Manager troppo attenti a seguire i continui report finanziari e poco all'innovazione. E così, uno strumento che dovrebbe servire per favorire gli interessi degli azionisti potrebbe per paradosso essere la causa di minori profitti per le grandi imprese. E' quanto emerge da uno studio della Business School di Londra.

La frequenza dei report aziendali, secondo questo studio, dovrebbe essere diminuita per favorire una maggiore innovazione e una riflessione a più lungo termine. Uno dei co-autori dello studio, Arthur Kraft ha scoperto che i manager sono costretti a focalizzarsi sempre più su come massimizzare i guadagni a breve termine a discapito dell'implementazione di una strategia a lungo termine, quando le aziende si vedono imporre - o si auto-impongono - una rendicontazione finanziaria a cadenze regolari. Una minore tensione verso obiettivi a lungo termine ostacola la lungimiranza e impedisce di investire nell'innovazione per timore di andare incontro a spese a breve termine. Invece, un approccio meno rigido al reporting finanziario dà ai manager il respiro di cui hanno bisogno per concentrarsi di meno sui guadagni a breve termine che servono a compiacere gli shareholder, e di più su come investire in progetti di maggior valore per l'azienda.

La ricerca ha preso in esame le domande di brevetto delle aziende statunitensi nel secolo scorso. Durante il periodo di tempo preso in considerazione, il rapporto ha rilevato che le aziende che hanno aumentato la propria frequenza di reporting sono andate incontro a una diminuzione dei brevetti e a una perdita di valore di quelli realizzati. I risultati suggeriscono che sia la quantità che la qualità dell'innovazione diminuiscano se i manager vengono messi regolarmente sotto la lente d'ingrandimento. Il che può condurre all'inerzia e a una cultura dell'immobilismo con aziende non più disposte ad investire.

"Aumentare la frequenza del reporting può aumentare la trasparenza e generare opportunità di investimenti esterni. Tuttavia, gli azionisti e le autorità di regolamentazione finanziaria dovrebbero considerare i fattori inibitori che questo può avere sui manager e sulla loro motivazione e performanc", dice Kraft. "L'innovazione aziendale ha vantaggi significativi per l'economia globale e i manager dovrebbero essere incoraggiati ad adottare un approccio più olistico alla pianificazione a lungo termine per contribuire a migliorare la sostenibilità del business".

Kraft sottolinea anche come l'attuale pandemia da coronavirus sia la prova che, nella situazione attuale, le aziende abbiano bisogno di un approccio lungimirante senza precedenti: "Gli investimenti nell'innovazione comprendono inizialmente costi di ricerca, sviluppo e implementazione, ma si tratta di componenti necessarie perché un'azienda possa crescere. Anche se nessuno avrebbe potuto prevedere gli eventi del 2020, è evidente che coloro che sono stati in grado di adattare i propri modelli di business hanno, generalmente, superato meglio la pandemia. Essere in grado di adattarsi a qualsiasi aspetto della 'nuova normalità' richiederà investimenti innovativi come mai prima d'ora - ed è importante che i manager abbiano la libertà di farlo", conclude.

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