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Giovedì, 25 Aprile 2024
I dati

Le regioni italiane che si spopolano di talenti (non solo al Sud)

L'Europa lancia l'allarme: oltre metà del Paese è nella "trappola dello sviluppo" a causa della carenza di competenze e persone in età lavorativa. Senza le quali gli investimenti servono a poco

In un lustro, l'Unione europea ha perso ben 3,5 milioni di persone in età lavorativa. Questo, unito alla bassa percentuale di laureati e alla mobilità negativa della popolazione (ossia a un'emigrazione che supera l'immigrazione) genera quella che la Commissione Ue chiama "trappola dello sviluppo dei talenti": la crescita economica viene azzoppata sul nascere per la mancanza di lavoratori qualificati. Vanificando gli investimenti per lo sviluppo. Succede in 46 regioni europee, in particolare nella parte centro-orientale del continente. Ma soprattutto in Italia, che detiene il numero più alto di regioni "intrappolate", ben 13. E non solo al Sud.

È quanto emerge dalla Relazione 2023 sull'impatto dei cambiamenti demografici pubblicata dall'esecutivo europeo. Il documento accompagna una comunicazione con cui Bruxelles intende recuperare il gap di competenze che sta complicando lo sviluppo di buona parte dell'Ue, soprattutto in un'epoca di doppia transizione (ecologica e digitale). Il fenomeno colpisce un po' tutto il blocco: dal sud del Portogallo al nord-est della Francia, dalle regioni orientali della Germania alla Grecia, passando per Slovacchia, Ungheria, Romania e Bulgaria. Ma tra le economie più avanzate è soprattutto l'Italia quella che presenta la "macchia rossa" più ampia, il colore con cui la relazione individua le regioni nella trappola dei talenti.

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Ci sono tutte le regioni del Mezzogiorno (compresa la Sardegna ed esclusa la Campania), e poi le Marche e l'Umbria, ma anche la Liguria, il Piemonte, la Val d'Aosta e il Friuli. "Queste regioni si trovano a contrastare una diminuzione sempre più rapida della popolazione in età lavorativa e presentano una bassa percentuale di persone in possesso di un titolo universitario o di istruzione superiore - scrive la Commissione - I dati si riferiscono al periodo 2015-2020. L'insufficiente sviluppo delle competenze che ne è conseguito fa sì che per queste regioni sia difficile innovare e aumentare la produttività". 

È la trappola dello sviluppo dei talenti, una sorta di circolo vizioso, come spiega sempre Bruxelles: "Per ovviare alla diminuzione della popolazione in età lavorativa è necessario incrementare la produttività e l'innovazione; servono quindi lavoratori qualificati. La mancanza di dinamismo economico e di innovazione, preludio di una scarsa domanda di competenze, potrebbe ostacolare gravemente la competitività e il potenziale di crescita delle regioni". Il problema va affrontato subito, altrimenti "questa situazione metterà a repentaglio la prosperità dell'Ue nel lungo periodo".

Da qui, la decisione di Bruxelles di avviare "meccanismo di incentivazione dei talenti" basato su otto pilastri. Il primo prenderà piede entro l'anno in alcune regioni pilota con "progetti atti a formare, attrarre e trattenere i lavoratori qualificati". Sempre quest'anno, verrà lanciata una nuova iniziativa denominata "Adattamento intelligente delle regioni alla transizione demografica", che mira ad aiutare "le regioni con alti tassi di emigrazione giovanile ad adattarsi alla transizione demografica e a investire nello sviluppo dei talenti con politiche mirate basate sul territorio". Le altre iniziative prevedono l'utilizzo delle risorse della politica di coesione, in particolare quelle del fondo sociale europeo per la formazione.

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