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Sabato, 20 Aprile 2024
Lavoro

L'Ue lancia la raccolta fondi per il Recovery, l'Italia spera nei primi assegni a luglio

La Commissione ha annunciato che da giugno emetterà le obbligazioni necessarie a rimpinguare le casse del piano di ripresa. Il nostro Paese attende 25 miliardi, che difficilmente arriveranno subito

Ora che i 27 Stati membri hanno ratificato l'accordo sulle risorse proprie dell'Ue, la Commissione europea potrà finalmente cominciare a raccogliere i fondi del Next Generation Eu, per poi girare i primi assegni ai Paesi. "Prevedo che tutti i passaggi vengano finalizzati in maggio, in modo che possiamo avviare" il comunemente noto Recovery fund "e andare sui mercati già in giugno", ha detto il commissario europeo al Bilancio Johannes Hahn, stando a quanto riferisce l'AdnKronos.

Le risorse proprie

Uno degli aspetti meno conosciuti del piano europeo per la ripresa economica, infatti, è che per far partire i finanziamenti era necessario l'accordo di tutti gli Stati sulle risorse proprie, Ord in gergo comunitario (Own Resources Decision), l'atto giuridico che consentirà alla Commissione di raccogliere i fondi necessari a finanziare i piani nazionali. I soldi - 750 miliardi secondo il piano originale, poi diventati poco più di 800 miliardi a prezzi correnti - verranno presi in prestito dalla Commissione europea sui mercati finanziari per mezzo di obbligazioni a medio e lungo termine che gli Stati Ue ripagheranno entro il 2058. Si tratta di un vero e proprio debito comune europeo finanziato da titoli garantiti da tutti e 27 i Paesi membri. Una reazione unitaria di fronte alla crisi economica innescata dalla pandemia che l’Ue non è riuscita a mettere in campo in occasione della grande recessione tra il 2008 e il 2013. 

La richiesta di prefinanziamento

La Commissione europea prenderà in prestito 15-20 miliardi di euro al mese, che verranno poi distribuiti ai Paesi con la speranza di avere le somme sufficienti per rispettare l'impegno preso in particolare con Italia e Spagna, i maggiori beneficiari del piano, ossia di erogare il 13% dell'intero Next Generation Eu entro il 2021 (in realtà Roma e Madrid speravano anche prima della fine dell'anno). L'Italia attende un primo assegno da 25 miliardi, ma difficilmente sarà accontentata già in estate. 

La Commissione sconta i ritardi nella ratifica dell'accordo sulle risorse proprie da parte degli Stati (ritardi strettamente connessi alle trattative sui piani nazionali all'interno dei e tra i Paesi Ue, oltre che tra governi e la stessa Commissione) hanno di fatto rallentato la marcia del Recovery. “Siamo fiduciosi di poter erogare entro luglio il prefinanziamento del Next Generation Eu ai primi Stati” che presenteranno i loro piani “per poi procedere con gli altri a settembre”, aveva detto Hahn qualche settimana fa. Il problema adesso è capire se saranno date corsie preferenziali ai Paesi che hanno più necessità di liquidità o se si cercherà di accontentare un po' tutti coloro che avranno ricevuto l'ok definitivo ai piani. 

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