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Sabato, 20 Aprile 2024
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Niente Patto di stabilità anche nel 2021. E Macron vuole cancellarlo per sempre

In una lettera inviata agli Stati membri, la Commissione annuncia lo stop alla regole Ue di bilancio fino alla fine del prossimo anno. Ma invita anche a rispettare gli impegni sul Recovery fund e di mantenere le casse pubbliche sostenibili

La Commissione europea ha annunciato che il Patto di stabilità, sospeso all'indomani dello scoppio della pandemia, continuerà a non venire applicato anche nel 2021. Ma c'è chi, come la Francia, già fa pressing per cancellare le vecchie regole di bilancio, come il tetto di deficit del 3%.

"Le politiche di bilancio degli Stati membri - si legge in una lettera inviata dai commissari Paolo Gentiloni e Valdis Dombrovskis all'Italia e ai 27 paesi Ue - dovrebbero continuare a sostenere la ripresa per tutto il 2021" e "per prevenire le conseguenze degli sviluppi della pandemia e delle sue conseguenze socio-economiche, la general escape clause (la sospensione del Patto di Stabilità), resterà attiva anche nel 2021". Quando le condizioni economiche lo consentiranno, scrivono ancora i due commissari Ue, "si potrà perseguire politiche mirate a ottenere posizioni di bilancio prudenti nel medio termine".

Il riferimento a un ritorno del Patto di stabilità, almeno nella forma che abbiamo conosciuto finora, resta vago. E questo anche perché un gruppo di Paesi guidato dalla Francia sta facendo pressioni da tempo per sfruttare l'occasione della crisi del Covid-19 per riformare gli accordi e le leggi Ue sulle politiche fiscali, puntando più sulla crescita che sull'austerity. Anche perché, come ammesso di recente dal board di esperti della stessa Commissione Ue, il Patto di stabilità ha fallito nell'affrontare la precedente crisi economica. 

La Francia, ha annunciato il segretario di Stato francese per gli affari europei, Clement Beaune, si opporrà a un ritorno al Patto: "Non si può immaginare di mettere in atto lo stesso" Patto di stabilità e crescita, che impone regole come un deficit pubblico del 3% del Pil. "Abbiamo bisogno di regole di bilancio? Certamente. Dovremmo rivederle? Certamente anche", ha detto in una intervista all'agenzia stampa Afp.

Parole che potrebbe trovare d'accordo quella parte di Commissione che si riconosce in Gentiloni, che ha più volte caldeggiato la necessità di politiche fiscali più espansive. Mentre a opporsi in seno all'Esecutivo Ue potrebbe essere Dombrovskis, considerato un falco dell'austerity. Ecco perché la lettera inviata a doppia firma dai due membri della Commissione (lettera che mira a 'ricordare' ai governi le linee guida date da Bruxelles al Recovery fund e al bilancio pluriennale) contiene una serie di equilibrismi tra queste differenti posizioni: i commissari sottolineano che, nei piani nazionali sulla base dei quali verranno erogate le risorse Ue, bisogna "tenere in considerazione" l'attuazione delle riforme previste dal Recovery fund, ma occorrerà anche prestare "particolare attenzione alla qualità delle misure di bilancio prese e pianificate, per attutire l'impatto della crisi, sostenere la ripresa e rafforzare la resilienza, tenendo in considerazione la sostenibilità" delle finanze pubbliche.

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