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Giovedì, 28 Marzo 2024
Lavoro

Tassare chi inquina per pagare gli interessi del Recovery: la richiesta del Parlamento Ue

Gli eurodeputati sottolineano la necessità di trovare nuove fonti di entrate soprattutto dopo il debito solidale contratto per aiutare gli Stati membri a risollevarsi dalla pandemia

Uno degli aspetti meno noti del piano Ue per il rilancio dell'economia, il cosiddetto Recovery fund, riguarda il fatto che i soldi per finanziarlo saranno raccolti sui mercati finanziari dalla Commissione europea: in sostanza, Bruxelles sta emettendo dei bond (ha cominciato proprio in questi giorni) e con i soldi della vendita di questi titoli pagherà i Recovery plan nazionali. Tutto cio' non è gratis, chiaramente: la Commissione dovrà restituire questi soldi, versando anche gli interessi. Come ripagarli senza gravare sulle tasche dei contribuenti europei? Il termine magico si chiama "risorse proprie", ossia le tasse che l'Ue potrebbe raccogliere autonomamente senza passare dai governi nazionali. Su quali tasse adottare pare esserci un'intesa tra Commissione e Parlamento europeo. 

In una nota, infatti, l'Eurocamera ha sottolineato il suo apprezzamento per l'annuncio del commissario Johannes Hahn, che nel corso di un dibattito alla plenaria si Strasburgo, ha confermato che l'esecutivo europeo presenterà proposte per tre nuovi flussi di reddito comunitari basati su un meccanismo di adeguamento del carbonio alle frontiere, una tassa digitale e il sistema di scambio per le quote di emissione dell'Ue, come specificato nella  "tabella di marcia per l'introduzione di nuove risorse proprie".  

A detta degli eurodeputati, si legge sempre nella nota ufficiale del Parlamento, questi nuovi flussi dovrebbero aiutare a combattere il cambiamento climatico, portare a una tassazione più equa, in linea con il recente accordo del G7 sulla riforma fiscale globale, per garantire che le grandi multinazionali paghino la loro giusta quota di imposte, e aiutare a ripagare il debito solidale contratto per finanziare il piano del Recovery Fund, per evitare che si trasformi in un onere per le generazioni future.

Tuttavia, nonostante gli europarlamentari concordino con la proposta della Commissione, hanno criticato il ritardo nelle proposte, che usciranno il 14 luglio anziché a giugno, come concordato. Inoltre, hanno sottolineato che saranno vigili sul rispetto dell'accordo vincolante, sottolineando che le nuove risorse proprie sono necessarie per il futuro dell'Unione. 

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