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Giovedì, 25 Aprile 2024
Lavoro

La pagella Ue all'Italia: fatti i compiti a casa, ma la crescita è lenta. E le diseguaglianze aumentano  

Per la Commissione europea, il paese è ancora in una situazione di “squilibri economici eccessivi”, ma ha fatto alcuni passi avanti grazie a "una combinazione di riforme, condizioni economiche favorevoli e a una riduzione dei rischi nel settore bancario". Pesano il debito pubblico, la bassa produttività e l'alta disoccupazione giovanile

Si chiama pacchetto di inverno del semestre europeo. Tradotto, sono le pagelle che la Commissione Ue assegna ogni sei mesi ai suoi Stati membri. E per l'Italia il voto sembra essere al di sopra, ma di poco, della sufficienza. Il paese, stando al documento che contiene le raccomandazioni dell'Esecutivo comunitario, sta sperimentando squilibri economici eccessivi ma "alcuni squilibri sono stati ridotti" grazie a "una combinazione di riforme, condizioni economiche favorevoli e a una riduzione dei rischi nel settore bancario".

Il fardello del debito pubblico

“L'alto debito pubblico e la dinamica protratta di bassa produttività implica rischi con rilevanza transfrontaliera", dice il documento della Commissione. Il paese spende ancora troppo rispetto alle entrate, dice sempre Bruxelles. E se la competitività esterna, ossia l'export, è “migliorata”, restano problemi strutturali di fondo che potrebbero vanificare anche questi miglioramenti. In Italia, ha detto il vicepresidente della Commissione Ue, Valdis Dombrovskis  "c'è una crescita che si rafforza nel 2017 e che dovrà rimanere stabile e solida anche quest'anno", a livello di tasso di crescita, però, "l'economia italiana è ancora sotto la crescita media europea, con un debito pubblico elevato, il secondo più alto in Europa, e una bassa crescita delle produttività. E tutto questo ritarda una crescita elevata". 

I compiti a casa

In generale, rispetto alle raccomandazioni passate, il paese ha fatto “i compiti a casa”, per usare un eufemismo nostro e non certo della Commissione, soprattutto per quel che riguarda la Strategia Europa 2020: l'Italia ha già raggiunto i suoi target su energia rinnovabile, efficienza energetica, istruzione (anche se il settore è sottofinanziato, sottolinea l'Esecutivo) e riduzione delle emissioni di gas serra. Ma Bruxelles avverte, forse anche in chiave futura, che lo slancio in termini di riforme è "rallentato" negli ultimi mesi. Mancano all'appello le riforme per ridurre il carico fiscale, le lungaggini della giustizia civile e quelle sulle politiche attive del lavoro. 

Le diseguaglianze e la questione di genere

Tra le note negative, Bruxelles segnala la scarsa partecipazione delle donne al mercato del lavoro. Ma soprattutto sottolinea come negli ultimi tre anni, mentre nel resto d'Europa le diseguaglianze sociali si sono ridotte, in Italia sono aumentate: secondo gli ultimi dati, infatti, il 20% più ricco della popolazione detiene un reddito 6 volte superiore (per la precisione 6,3) a quello del 20% più povero. 

Le sofferenze bancarie

Altro capitolo delicato per l'Italia è quello dei crediti deteriorati delle banche. Secondo la Commissione Ue, il sistema bancario è riuscito a ridurre significativamente le sofferenze in pancia ai suoi istituti, passate da 360 miliardi e 324 nel secondo quarto del 2017. Tuttavia, questo sforzo non basta, secondo Bruxelles: la riduzione dei rischi deve proseguire. In gioco ci sono le trattative in corso per la creazione di un sistema di garanzia dei depositi bancari condiviso dagli Stati membri. Una sorta di fondo salva banche Ue. Che paesi come Germania e Olanda sono restii a far decollare finché i “rischi” degli istituti di credito europei non saranno ridotti. Banche italiane in testa. 

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