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Giovedì, 25 Aprile 2024
Lavoro

Nike, maxi-multa dell'Ue: "Così alzava i prezzi delle maglie di Juve, Inter e Roma"

Una sanzione da 12,5 milioni per aver limitato il merchandising tranfrontaliero di importanti club, tra cui anche il Barcellona e il Manchester United

Una maxi-multa di 12,5 milioni di euro a Nike per aver le vendite transfrontaliere di prodotti di merchandising concessi in licenza a cinque club di calcio, FC Barcelona, Manchester United, Juventus, Inter, Roma e alla Federazione francese di calcio. E' quanto ha stabilito l'antitrust della Commissione europea al termine di una indagine aperta nel 2017, ma che riguarda un periodo di ben 13 anni. 

Già, perché stando a quanto scoperto dall'indagine Ue coordinata dalla commissaria Margarethe Vestager, è dal luglio 2004 che il gigante dell'abbigliamento sportivo mondiale attua delle pratiche considerate illegali dall'Ue, in quanto avrebbero "impedito a molti licenziatari di vendere" i prodotti di merchandising col marchio Nike "in un altro Paese, con conseguente diminuzione della scelta e aumenti di prezzo per i consumatori".

Le "pratiche illegali" della Nike

Ma non solo: "Nike ha anche adottato misure indirette per mettere in pratica le restrizioni di vendita - denuncia la Commissione - ad esempio minacciando i licenziatari di revocare le loro licenze se avessero venduto al di fuori del territorio di competenza, rifiutandosi di fornire gli ologrammi che contraddistinguono i prodotti ufficiali se sospettava che questi ultimi potessero essere venduti in altri territori dello Spazio economico europeo e conducendo ispezioni intese a verificare il rispetto delle restrizioni". Insomma, una vera e propria pratica intimidatoria per impedire una libera circolazione di maglie e scarpette a livello Ue che è prevista dalle leggi sul mercato unico, ma che avrebbe causato perdite dei profitti della Nike.

Secondo quanto scoperto da Bruxelles, "Nike interveniva per fare in modo che i rivenditori al dettaglio (ad esempio negozi di abbigliamento, supermercati, ecc.) smettessero di acquistare prodotti da licenziatari di altri territori dello Spazio economico europeo", spiega ancora la Commissione.

Come dovrebbe funzionare il merchandising nell'Ue

"I prodotti ufficiali della squadra del cuore, come sciarpe o magliette, sono spesso oggetti di culto per i tifosi di calcio - dice Vestager - Nike ha impedito a molti dei suoi licenziatari di vendere questi prodotti in altri Paesi, riducendo così la scelta offerta ai consumatori e facendo salire i prezzi. Questo viola le norme antitrust dell'Ue. La decisione odierna garantisce che rivenditori e consumatori possano beneficiare appieno di uno dei principali vantaggi del mercato unico, vale a dire la possibilità di acquistare ovunque in Europa per avere accesso a un maggior assortimento di prodotti e a offerte più vantaggiose". 

I prodotti di merchandising sotto licenza, scrive la Commissione, possono essere di varia natura (tazze, borse, lenzuola, articoli di cancelleria e giocattoli, solo per citarne alcuni) ma sono tutti accomunati dal fatto che riportano uno o più loghi o immagini coperti da diritti di proprietà intellettuale (DPI), quali marchi commerciali o diritti d'autore. Tramite un accordo di licenza, una parte (il licenziante) consente all'altra parte (il licenziatario) di sfruttare uno o più DPI in un determinato prodotto. Le licenze concesse dai licenzianti sono generalmente di natura non esclusiva per aumentare il numero di prodotti di merchandising sul mercato e la copertura territoriale.

L'attività principale di Nike consiste nel disegnare e vendere calzature e abbigliamento sportivo, anche per squadre di calcio e federazioni. Questi prodotti sono di solito contraddistinti dai marchi registrati dell'azienda, quali il nome o il logo (noto come "Swoosh"). Su altri articoli, i cosiddetti "prodotti di merchandising sotto licenza", figurano invece solo i simboli di una squadra di calcio o di una federazione e non i marchi commerciali di Nike. In questi casi Nike agisce in qualità di licenziante dei DPI e concede licenze a terzi, autorizzandoli a produrre e distribuire tali prodotti. È proprio per la sua attività di licenziante per la produzione e la distribuzione di merchandising che Nike è stata sanzionata dalla Commissione.

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