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Venerdì, 29 Marzo 2024
Lavoro

Le imprese italiane ancorate al passato, non sanno vendere online

Solo il 10% lo fa, la quarta percentuale più bassa dell'Ue, ma oltre la metà di queste vendite sono verso altri Paesi membri

Le imprese italiane fanno fatica a stare al passo con i tempi e a sfruttare le nuove tecnologie. È un quadro piuttosto scoraggiante quello dipinto dall'Eurostat che piazza il nostro Paese tra i fanalini di coda nella classifica delle imprese che vendono su internet. Secondo i dati dell'istituto statistico Ue a fronte del 72% di imprese con un sito internet, nella Penisola solo il 10% fa vendite online, ossia la quarta percentuale più bassa di tutti i 28 Stati membri. A fare peggio sono soltanto Romania (7%), Bulgaria e Polonia (9%), mentre la Lettonia è allo stesso livello dell'Italia (10%). Le imprese che usano di più il web come mezzo di vendita dei loro prodotti sono l'Irlanda (26%), la Svezia (25%) e la Danimarca (24%), a cui seguono Olanda (22%) e Belgio (21%).

L'anno scorso, il 16% delle imprese dell'Unione europea e che impiegano almeno 10 persone hanno ricevuto ordini tramite un sito Web o tramite app. Le vendite online includono sia le vendite a singoli consumatori che ad altre imprese. La quota di imprese dell'Ue che fanno vendite sul web è passata dal 12% nel 2010 a circa il 16% nel 2014. Tra le imprese comunitarie che praticano l'e-commerce nel 2016, quasi tutte (il 97%) hanno venduto al proprio paese, mentre meno della metà (il 44%) ha venduto a clienti in altri Stati membri dell'Ue e oltre un quarto (28%) addirittura a clienti in Paesi terzi.

Le vendite via Internet possono offrire alle aziende i mezzi per espandersi oltre i confini nazionali e raggiungere i clienti lontani. Nonostante però gli sforzi della Commissione europea, che mira a creare un mercato unico digitale in cui il commercio elettronico tra gli Stati membri sia agevole come le vendite in un tradizionale punto vendita, quasi 2 imprese Ue su 5 che vendono online nel 2016 hanno riscontrato difficoltà nel farlo, in particolare a causa dei costi di consegna oppure delle barriere linguistiche.

Le vendite online transfrontaliere all'interno dell'Ue sono più comuni per le imprese di Cipro e Austria, che in questo campo si dimostrano all'avanguardia: rispettivamente il 71% e 69% del totale. C'è poi il Lussemburgo (61%), la Lituania (57%), e poi Italia, Grecia e Malta (tutte il 55%). Il nostro Paese insomma vende poco online ma tra le vendite online oltre la metà sono verso l'estero, a dimostrazione che se si puntasse su questo settore i giro di affari sarebbe potenzialmente molto grande.

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