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Venerdì, 29 Marzo 2024
Lavoro

"I costi di incendi e alluvioni fuori dal Patto di stabilità": Bruxelles apre all'idea della Grecia

La Commissione europea disposta a valutare lo 'sconto'. Sul modello di quanto già fatto per i terremoti in Italia

Le spese sostenute quest'estate da diversi Paesi europei per far fronte a eventi estremi come incendi e alluvioni potrebbero essere esclusi dal calcolo dei deficit e dei debiti pubblici. Lo ha annunciato la Commissione europea, che sarebbe stata sollecitata a valutare tale esenzione dalla Grecia. Ma l'idea dovrebbe piacere anche ad altri Stati membri, tra cui l'Italia, la Germania e il Belgio.

Per l'Italia, un eventuale sconto sul debito potrebbe ammontare a 1 miliardo di euro, prendendo per buono il calcolo della Coldiretti sui danni provocati dagli incendi di questa estate, soprattutto al Sud. Anche la Grecia è stata particolarmente compita dai roghi, e il governo ha predisposto un pacchetto di aiuti da 500 milioni di euro. Dall'altra parte dell'Europa, Germania e Belgio hanno invece dovuto fare i conti con devastanti alluvioni. Berlino, oltre ai danni, ha pensato già a un piano per la ricostruzione che dovrebbe attivare 30 miliardi di euro.

Queste cifre danno l'idea del peso degli eventi estremi sui bilanci pubblici, già alle prese con le conseguenze della pandemia. Per questo, il governo di Atene, stando a una fonte citata da Euractiv, ritiene che la Commissione Ue dovrebbe considerare di escludere i costi degli incendi di quest'anno dal calcolo del debito della Grecia, affermando che le “circostanze estreme nell'Europa meridionale” lo giustificano.

"Secondo le regole di bilancio dell'Ue, i costi di emergenza a breve termine in risposta a gravi catastrofi naturali eccezionali possono essere classificati come una tantum e quindi esclusi dal calcolo dello sforzo di bilancio strutturale di uno Stato membro quando si valuta la conformità al Patto di stabilità e crescita", ha detto Eric Mamer, portavoce della Commissione europea. Mamer cita il precedente dell'Italia, dove "in passato sono stati presi in considerazione i costi di emergenza legati ai terremoti in Abruzzo ed Emilia e ad altri disastri naturali". 

A sostegno dello scorporo anche il Movimento 5 stelle: "È necessario e urgente scorporare queste spese straordinarie così da lasciare a tutti i Paesi membri mano libera nella programmazione degli investimenti necessari a ricostruire i territori distrutti - dice Mario Furore, europarlamentare M5s-. Già nel 2017 la Commissione Juncker, rispondendo a una interrogazione parlamentare, si era detta disponibile a valutare la conformità di uno Stato membro al Patto di stabilità e crescita esaminato il saldo strutturale al netto delle misure una tantum e tra queste inseriva le gravi calamità naturale. Adesso tocca a Ursula Von der Leyen metterla in pratica", conclude.

Sul fronte della risposta agli eventi estremi, fa sapere sempre Bruxelles, i governi potrebbero utilizzare anche le risorse del Recovery fund per la ricostruzione e la prevenzione. Ma finora, stando a quanto dichiarato dal commissario Ue all'Economia, Paolo Gentiloni, nessuno ha avanzato richieste di questo tipo. "Ho solo preso personalmente alcuni contatti preparatori, in particolare con le autorità belghe", ha affermato l'ex premier italiano.  "La modifica dei piani nazionali (i Pnrr, ndr) richiede una valutazione coerente dei costi di investimento per la ricostruzione, ma penso che sia possibile mobilitare un tale processo nelle prossime settimane o mesi", ha affermato Gentiloni.

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