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Venerdì, 29 Marzo 2024
Lavoro

La fine del mito dell'idraulico polacco: salari equiparati a quelli dei lavoratori locali per chi viene dall'estero

Il Parlamento Ue ha approvato oggi in via definitiva la nuova direttiva Ue sui lavoratori inviati in un altro paese Ue. La retribuzione dovrà essere uguale a quella dei colleghi locali e potranno stare solo un anno con questo status. Un colpo al dumping sociale

Mai più paura dell'idraulico polacco. La tipologia di lavoratore, assurto a figura quasi politicamente mitologica, che contribuì, con le sue tariffe ridotte, ad affossare la Costituzione europea nel referendum francese del 2005. Oggi, 13 anni dopo, non potrebbe più esistere. Il Parlamento Ue ha infatti approvato in via definitiva la revisione della direttiva Ue sui lavoratori distaccati, ossia quelli che vengono inviati dal datore di lavoro a prestare temporaneamente servizio in un altro Stato membro dell’Ue. E sono ben 2,3 milioni in tutta la Ue, oltretutto in forte aumento: +69% dal 2010 al 2016.  

Distaccati sì, ma con salari uguali ai locali. Addio dumping sociale

La differenza più evidente è che le norme retributive del Paese ospitante dovranno essere applicate a tutti i lavoratori distaccati, non permettendo più, quindi, che un impresa di idraulica polacca invii il suo operaio in Francia a lavorare con un salario polacco. Gli stipendi andranno quindi adeguate alle norme locali, limitando se non eliminando il dumping sociale. Gli Stati membri dovranno, inoltre, applicare anche i contratti collettivi regionali o settoriali, se di ampia portata e rappresentativi, finora applicati solo nel settore delle costruzioni.

Durata del distacco

La durata del distacco è stata fissata a 12 mesi, con una possibile proroga di 6 mesi. Trascorso tale termine, il lavoratore può restare o lavorare nel Paese ospitante, ma dovrà a quel punto essere soggetto all’intera normativa sul lavoro vigente in quello Stato.

Protezione contro le frodi

In caso di distacco fraudolento, ad esempio operato da una società di comodo, gli Stati membri dovrebbero cooperare per garantire che i lavoratori distaccati siano protetti per lo meno dalle tutele contenute nella direttiva.

Gli italiani distaccati

Le nuove norme, che entreranno in vigore entro due anni, riguarderanno gran parte dei quasi 115 mila lavoratori italiani distaccati all'estero - di cui il 18,7% in Francia e il 10,2% in Germania - ma non per quel 36,6% che lavora in Svizzera. Sono invece poco più di 60 mila i lavoratori distaccati ricevuti, più della metà del totale proveniente da Germania (18,8%), Francia (18,3%) e Spagna (14%).

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