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Giovedì, 25 Aprile 2024
Lavoro

L’energia spacca l’Ue: ecco perché Bruxelles ha rinviato le misure contro gli aumenti

La Francia promuove il nucleare mentre Italia e Spagna chiedono un sistema di acquisto e stoccaggio comune. Le divisioni tra Stati si riflettono nell’esecutivo europeo

Fumata nera sull’energia. La Commissione europea ha rinviato alla settimana prossima la presentazione - prevista per oggi - del pacchetto di misure per consentire ai governi Ue di contrastare il caro bollette e proteggere i consumatori più vulnerabili. A pesare sul rinvio del dossier, che l’esecutivo Ue promette da settimane, sono le diverse soluzioni avanzate dai Paesi membri e anche dagli stessi commissari europei, divisi tra loro su come contrastare l’aumento dei prezzi e le difficoltà nell’approvvigionamento. 

Valdis Dombrovskis, vicepresidente della Commissione, ieri ha espresso il suo cauto sostegno alla proposta francese di catalogare l'energia nucleare tra le fonti energetiche “green” e dunque di renderla destinataria di fondi europei. Rispondendo ad una domanda al suo arrivo a Lussemburgo, dove si sono dati appuntamento i ministri dell’Economia per una due giorni di riunioni, il vice di Ursula von der Leyen ha ricordato che “sul nucleare ci sono stati diversi studi” e dunque “la Commissione sta riflettendo” sui risultati delle analisi. “In ogni caso penso che sia molto importante - ha aggiunto - riconoscere il ruolo del nucleare, quale fonte di energia a basse emissioni, nel nostro mix energetico e nei nostri sforzi per la decarbonizzazione”.

Una posizione che appare lontana da quella espressa da un altro commissario, l’ex premier italiano Paolo Gentiloni. Il titolare del dicastero Ue all’Economia ha infatti messo in chiaro che “le soluzioni” al tema del caro bollette “devono essere temporanee, coordinate e mirate”. Un identikit delle misure da prendere che mal si concilia con le caratteristiche delle centrali nucleari, la cui costruzione e messa in funzione richiede almeno cinque anni. I programmi Ue per fronteggiare la crisi del mercato energetico, inoltre, “non devono mettere in dubbio la transizione climatica perché il Green deal è parte importante della soluzione, non il problema”. In altre parole, il sistema Ets e il pacchetto Fit for 55, presentato a luglio dalla Commissione con l’obiettivo di ridurre le emissioni nei prossimi dieci anni, non si toccano. 

Tra le ipotesi allo studio ci sono anche quelle sostenute dai governi di Italia e Spagna: mettere su un sistema Ue di acquisto comune dell’energia e di stoccaggio del gas. Facile a dirsi, meno a farsi. Anche perché, come ha spiegato a Europa Today un alto funzionario Ue, “la materia energetica è di competenza nazionale ed una tematica molto sensibile, nella quale si intersecano molte opinioni differenti tra loro”.

Al netto delle scelte su come affrontare i rincari, restano le preoccupazioni condivise sugli aumenti in bolletta. In Italia i rialzi hanno sfiorato il 30% sulla luce e superato il 14% sul gas. L’impennata dei prezzi è dovuta in buona parte all’aumento verticale dei costi di approvvigionamento delle materie prime, in particolare del gas naturale proveniente dalla Russia, utilizzate per ‘alimentare’ tutte le nostre attività.

Il caro bollette influisce anche sull’aumento dell’inflazione, dovuto anche ad altri fattori. Secondo le stime dell’Eurostat, la corsa all’aumento dei prezzi a settembre nell’eurozona segnerà i ritmi più alti degli ultimi 13 anni: +3,4 per cento. Per trovare cifre simili è necessario tornare indietro al 2008, nel pieno della crisi finanziaria globale.

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