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Venerdì, 19 Aprile 2024
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“L’Italia non è libera, colpa feticisti del deficit”, parola del guru della finanza

Eisman, tra i pochi a prevedere la crisi dei subprime del 2008: “La politica italiana è piuttosto arcana, imperscrutabile. Ma è l’Europa che deve cambiare”

Il problema dell'Italia "è che non ha la libertà di fare quello che vuole", in un'Europa "parzialmente dominata dalla Germania" e dai cosiddetti "feticisti del deficit". La pensa così Steve Eisman, 57 anni, l'uomo che ha ispirato il film "La grande scommessa" sulla bolla dei mutui subordine. Eisman è considerato un guru della finanza: fu uno dei pochi, nel 2008, a prevedere la crisi dei subprime e, andando controcorrente, scommise contro il mercato immobiliare, guadagnando cifre da capogiro. 

Ospite al Salone del Risparmio, Eisman ha parlato dell’Italia: "Siete sempre sotto osservazione. Il fatto - dice - è che non vi hanno dato il permesso di aumentare la spesa, la Ue vi ha costretto a fare un passo indietro e questo la dice lunga sui limiti con i quali opera il governo. Ho sentito che l'Italia è nelle fasi iniziali di una recessione. Molte persone lo hanno pronosticato, e ora non avete la libertà di fare quello che volete facendo parte dell'Unione europea".

In generale, però, "la politica italiana è piuttosto arcana, imperscrutabile", osserva. E a chi gli chiedeva se fosse l'Italia o l'Europa a dover cambiare, "chiaramente - dice - è l'Unione europea a dover cambiare. Il vero problema è che è parzialmente dominata dalla Germania e la Germania è una nazione guidata da feticisti del deficit. Sono troppo concentrati sul fatto che gli altri Paese non abbiamo deficit, anche quando questo danneggia l'economia".

Secondo Eisman, il vero problema oggi non è tanto l'affermarsi del sovranismo, ma "il rischio di un hard Brexit".  Il 'guru' non vede bolle in arrivo. "Tutti me lo chiedono, non credo che ci sarà una bolla finanziaria che scoppia adesso. Ci può sempre essere una recessione, con la gente che perde i suoi soldi, ma non vedo una crisi finanziaria da nessuna parte". Anche i dati, per ora, "non indicano una recessione". L'unico modo per cui possa accadere è che "succeda qualcosa". Ad esempio, "se fallissero i colloqui Usa e Cina sui dazi commerciali. Sarebbe l'unica cosa ma per il resto non vedo una recessione all'orizzonte", ribadisce. 
 

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