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Venerdì, 29 Marzo 2024
Lavoro

Nessun miracolo Draghi, all'Ue non piacciono i piani dell'Italia e rischiamo ritardi sul Recovery Fund

La Commissione non sarebbe soddisfatta della bozza e la consegna potrebbe slittare da fine aprile a metà maggio. Ma il governo assicura: "Tutto avverrà nei tempi previsti"

L'Italia rischia di dover consegnare in ritardo suoi piani per il Recovery Fund, perché quelli che sono stati al momento messi a punto dal governo non sarebbero ritenuti soddisfacenti da Bruxelles. Lo afferma la Reuters che cita alcune fonti interne all'esecutivo comunitario.

Rischio ritardi

"La Commissione non è soddisfatta del piano di ripresa così com'è", ha detto una di loro all'agenzia, chiedendo di rimanere anonima. Secondo la fonte l'Italia potrebbe presentare il piano invece che il 30 aprile come previsto, a metà maggio anche se forse i tempi potrebbero essere allungati ancora di più. Per Mario Draghi sarebbe un grosso smacco, visto che l'ex presidente della Banca centrale europea è stato scelto proprio per la sua autorevolezza e le sue conoscenze economiche che avrebbero dovuto essere messe a frutto soprattutto nella scrittura dei piani per il Recovery Fund, fondamentale per l'uscita dalla crisi scatenata dalla pandemia di coronavirus. Secondo la Reuters tra le principali preoccupazioni di Bruxelles vi sono la mancanza di dettagli su come verrà gestito il piano una volta ottenuto l'approvazione dell'Ue e la sostanza di alcune delle riforme delineate, incluso quella del sistema giudiziario. Un'altra fonte ha anche detto all'agenzia che Bruxelles vorrebbe modifiche che richiederebbero molto tempo per essere portate a termine, e che quindi metà maggio sembra un periodo più "realistico" per la presentazione del piano.

Governo fiducioso

Il governo però è corso a smentire queste voci e ha assicurato che tutto procederà nei tempi previsti. "L'Italia consegnerà il piano per il Recovery senza ritardi", ma ora è essenziale che i vari ministeri sgombrino il campo dai "progetti aggiuntivi utopistici e presentino investimenti puntuali e riforme mirate”, ha dichiarato a La Stampa il sottosegretario agli Affari Europei, Enzo Amendola, sostenendo che “è giunta l'ora che tutti i partiti della coalizione terminino la gara dei tweet e il controllo morboso dei sondaggi, per sedersi al tavolo e fare le riforme per il Paese". Il sottosegretario ha parlato di "allarmismo infondato”, affermando che il piano sarà presentato a Bruxelles “entro fine aprile”, e che comunque non c'è “nessun rischio di essere esclusi se un paese presenta il piano per ultimo”. Amendola ha aggiunto di trovare “comprensibile che ogni ministero abbia aggiunto ulteriori progetti”, ma ha sottolineato che “questo piano non è un album dei sogni da colorare con progetti utopistici. Le priorità sono investimenti mirati e riforme puntuali".

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