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Venerdì, 29 Marzo 2024
Lavoro

Donne al lavoro, l'Italia è il paese Ue che discrimina meno sulle paghe orarie. Ma in quanto a reddito...

Dall'Eurostat, dati in chiaroscuro: la forbice nelle retribuzioni è la più bassa d'Europa se si guarda a quanto si guadagna in media ogni ora. Ma la distanza sul reddito resta tra le più alte

L'Italia è il paese Ue con il più basso divario retributivo orario tra uomini e donne. A certificarlo è una indagine Eurostat che mette a confronto le differenze tra i salari di lavoratori e lavoratrici nei 20 Stati membri dell'Unione. 
In Italia, tale differenza è del 5,5 per cento. In sostanza, è come se le donne lavorassero 20 giorni gratis rispetto agli uomini. Nel resto dell'Ue, la media è del 16,3, che equivale a 2 mesi di occupazione gratuita. Tra i paesi europei con i più ampi divari di genere ci sono il Regno Unito (20,8%) e la Germania (22%). L'Italia fa meglio di paesi nordici, dove solitamente la parità di genere è più marcata, come Svezia e Danimarca. 

Attenzione, pero', a leggere bene i dati: il divario retributivo medio è calcolato sulla retribuzione oraria lorda. Se invece si va a vedere il divario retributivo complessivo, la percentuale sale al 43,7%, ben più alto della media Ue del 39,3%. Il motivo? Oltre a ragioni storiche, le donne italiane, pur percependo una retribuzione oraria non molto inferiore a quella degli uomini, lavorano meno, spesso perché lo sono costrette dalla carenza di servizi e dalla difficoltà a far conciliare tempi di lavoro e altre mansioni, come la cura della casa o dei propri famigliari. 

Il tetto di cristallo

Tornando al quadro generale europeo, le ragioni del permanere di questa disparità di trattamento nel mercato del lavoro sono varie . “Le posizioni lavorative di gestione e supervisione sono ricoperte in larga maggioranza da uomini”, scrive la Commissione europea. “Gli uomini – si legge ancora - ricevono più promozioni rispetto alle donne, in tutti i settori, di conseguenza vengono pagati di più. Questa tendenza raggiunge il culmine ai livelli più alti della scala lavorativa: meno del 6% dei dirigenti è una donna”. 

Per le donne, c'è poi il peso del lavoro a casa: “Le donne si fanno carico di importanti compiti non retribuiti, quali i lavori di casa e la cura dei figli o famigliari, in proporzione maggiore rispetto agli uomini. I lavoratori uomini dedicano in media 9 ore a settimana ad attività non retribuite come la cura dei figli o famigliari o i lavori di casa, mentre le lavoratrici dedicano a tali attività 22 ore, ossia circa 4 ore al giorno”. 
Sul mercato del lavoro, tale differenza si riflette nel fatto che 1 donna su 3 riduce le ore di lavoro retribuite per richiedere un part-time, mentre solo 1 uomo su 10 fa lo stesso. Inoltre, “le donne tendono a trascorrere più spesso periodi di tempo fuori dal mercato del lavoro rispetto agli uomini. Queste interruzioni di carriera influenzano non solo la loro retribuzione oraria, ma hanno anche un impatto sui loro guadagni futuri e sulla loro pensione”.

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