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Venerdì, 19 Aprile 2024
Lavoro

Le banche olandesi voltano le spalle ai ristoratori: "Niente aiuti a pioggia per nuovo lockdown"

Il presidente dell'associazione degli istituti di credito dei Paesi bassi ha annunciato che non verranno concesse moratorie generalizzate sui crediti delle imprese colpite dal blocco deciso dal governo di Mark Rutte. Nel 2008, però, furono loro a essere salvati dalla crisi con 5 miliardi di fondi pubblici

Nel 2008, erano state tra le cause del tracollo prima finanziario e poi economico. E anche per questo, allo scoppio della pandemia, avevano promesso solennemente che stavolta sarebbero state parte della soluzione alla nuova crisi: in effetti, così è stato per il primo lockdown. Ma adesso che il governo di Mark Rutte ha imposto la chiusura di bar e ristoranti, dopo aver cercato a lungo di contrastare la nuova ondata di coronavirus con misure soft al limite dell'autolesionismo (come il mancato obbligo di indossare mascherine almeno nei luoghi pubblici al chiuso), le banche olandesi hanno lanciato un chiaro avvertimento: stavolta, niente sospensione generalizzata di prestiti e interessi per aiutare le imprese in difficoltà. Una mano verrà data solo a quelle aziende che hanno buone prospettive di sopravvivere al secondo lockdown.

Come riporta il sito del network Nos, Chris Buijink dell’Associazione bancaria olandese (Nvb) non intende fare sconti a chi è indebitato: "Non è nel nostro interesse e nemmeno nel loro, perché se non c’è prospettiva futura per un imprenditore in difficoltà, non è un bene per lui andare avanti - ha spiegato - So che è difficile e triste a dirsi. Condivido la frustrazione di queste persone, ma è l’unico modo sensato per poter continuare ad aiutare, come banca, altri imprenditori”. 

All’inizio della crisi, ricorda sempre Nos, le banche avevano attuato degli schemi di aiuto per tutti i clienti, come la sospensione dei pagamenti per sei mesi e tassi di interesse azzerati. “Pensavamo che si trattasse di un evento temporaneo", continua Buijink, ma adesso che il governo ha deciso di nuovo la chiusura di bar e ristoranti, l'atteggiamento del settore del credito, almeno in Olanda, è cambiato: la linea adesso è "aiutare solo gli imprenditori con una prospettiva e di prendere decisioni su base individuale. E lasciar andare gli altri al loro destino", scrive 31mag.

Stando ai dati della stessa Nvb, durante la pandemia, gli schemi di sostegno delle banche hanno riguardato 163mila imprenditori. Di questi, oltre 30mila hanno ricevuto nuovi prestiti a tasso agevolato (grazie alle garanzie dello Stato). Inoltre, 100mila imprese, scrive Nos, hanno già ripreso a pagare le rate del mutuo sospese in seguito al primo lockdown. Un quadro che secondo il governatore della Banca centrale olandese, Klaas Knot, non sembra giustificare il 'braccino corto' degli istituti di credito. Pur sottolineando l'importanza di evitare che la crisi economica si tramuti in crisi finanziaria (ossia l'inverso di quanto successo nel 2008), le banche olandesi possono gestire bene la crisi per il momento e le riserve sono ancora in ordine. 

Ci sarebbe, poi, da fare un passo indietro proprio al 2008, quando lo Stato olandese diede non poche aiuti (stavolta con le tasse degli stessi piccoli imprenditori) per sostenere l'ABN Amro, tra le banche colpite (per loro stessa colpa) dallo scandalo Lehman Brothers: il governo sborsò ben 5 miliardi di euro come aiuto alla ricapitalizzazione, a cui aggiungere un "aiuto di tesoreria pari a 71,7 miliardi di euro", secondo quanto certificato dalla Commissione europea. L'ABN Amro oggi è di fatto una banca pubblica. A marzo, il suo Ceo, Kees van Dijkhuizen aveva detto: "L'ultima volta durante la crisi noi banche siamo state parte del problema. Per ora siamo decisamente parte della soluzione". Una 'parte' che forse hanno smesso di recitare.

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