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Mercoledì, 24 Aprile 2024
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Le banche Ue spostano 20 miliardi l'anno nei paradisi fiscali. Due italiane nella top 10 dell'elusione

Monte dei Paschi di Siena e Intesa Sanpaolo tra gli istituti che utilizzano di più questo strumento per pagare meno tasse. La riforma sulla trasparenza del 2014 sembra non sortire gli effetti sperati

Le principali banche europee continuano a utilizzare i paradisi fiscali per contabilizzare parti dei profitti e risparmiare sulle tasse, con ben due italiane tra le prime dieci che usano questa strategia per eludere le imposte. Lo afferma uno studio del EU Tax Observatory, un entre di ricerca indipendente della Paris School of Economics, secondo cui 36 grandi banche dell'Unione hanno spostato un totale di 20 miliardi di euro o circa il 14% degli utili totali, nei paradisi fiscali, anche se pochi erano i loro impiegati che effettivamente lavoravano lì. Gli utili registrati in queste nazioni ammonterebbero a circa 238mila euro per dipendente, rispetto ai 65mila euro nei paradisi non fiscali, afferma il rapporto. "Ciò suggerisce che i profitti registrati nei paradisi fiscali vengono principalmente spostati fuori da altri Paesi in cui si verifica effettivamente la produzione di servizi", afferma il rapporto.

Monte dei Paschi di Siena (secondo posto con oltre il 50 per cento dei profitti in paradisi fiscali) e Intesa San Paolo (decimo posto con oltre il dieci), sono segnalate tra le dieci banche che più utilizzano questo stratagemma per eludere il fisco. Lo studio sottolinea anche che la percentuale di profitti registrati nei paradisi fiscali non è cambiata negli ultimi sette anni, nonostante dal 2014 sia stata introdotta la rendicontazione obbligatoria Paese per Paese, uno strumento di trasparenza che si sperava avrebbe frenato il fenomeno, ma che a quanto pare si sarebbe rivelato poco utile. Otto istituti hanno addirittura aumentato in questo periodo la percentuale degli utili contabilizzati nei paradisi fiscali: Monte dei Paschi di Siena (+19,4%), Intesa Sanpaolo (+12,2%), HSBC (+7,9%), Barclays (+4,3%). %), Nordea (più 2,1%), BBVA (più 1%), Banco Santander (più 0,8%) e Rabobank (più 0,7%).

La ricerca identifica 17 Paesi e territori come paradisi ai fini dello studio: Bahamas, Bermuda, Isole Vergini britanniche, Isole Cayman, Guernsey, Gibilterra, Hong Kong, Irlanda, Isola di Man, Jersey, Kuwait, Lussemburgo, Macao, Malta , Mauritius, Panama e Qatar. Di questi territori, l'aliquota fiscale più elevata si trova in Lussemburgo (15%), mentre Bermuda, Panama, Isole Vergini britanniche e Isole Cayman hanno un'aliquota pari a zero.

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