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Sabato, 20 Aprile 2024
Lo scontro / Ungheria

La 'guerra' di Orban alle catene di supermercati: tetti ai prezzi alimentari e tasse extra

Budapest accusata di voler "cacciare" dall’Ungheria la grande distribuzione imponendo regole più intransigenti ai rivenditori che fatturano oltre 250 milioni di euro l’anno

Il primo ministro ungherese Viktor Orban è stato accusato di voler "cacciare intenzionalmente" le grandi catene straniere di supermercati. Il premier magiaro ha ingaggiato da mesi uno scontro aperto contro la distribuzione su vasta scala a suon di tasse supplementari rispetto ai piccoli competitor e tetti ai prezzi dei generi di prima necessità, a partire dalla farina e dallo zucchero.

La notizia degli ultimi giorni è l’estensione delle tariffe bloccate alle patate, alle uova e ad altri beni alimentari. I provvedimenti, annunciati da Budapest come misure contro l’inflazione, sono finiti nel mirino delle multinazionali della distribuzione che stanno chiedendo all’Ue di intervenire contro quelle che ritengono decisioni ingiuste e discriminatorie. 

Lo scontro tra Orban e catene del calibro della francese Auchan e delle tedesche Lidl e Aldi, ha riportato il giornale Politico, è cominciato a fine 2021. Il governo di Budapest, di fronte ai primi rincari sui beni essenziali, ha obbligato le catene di supermercati con ricavi annuali superiori ai 250 milioni di euro a consegnare i prodotti alimentari prossimi alla data di scadenza (48 ore prima) a un ente di beneficenza di proprietà statale. A stretto giro sono stati introdotti anche i tetti massimi su sei generi alimentari di base. Il provvedimento non prevede alcun compenso ai rivenditori per il prezzo eccedente la tariffa fissata dallo Stato. Il governo guidato da Orban ha poi aumentato le aliquote fiscali per le sole grandi catene di supermercati.

La scorsa settimana, con l'aggiunta di nuovi prodotti alla lista di generi alimentari a prezzo bloccato, si sono levate altre voci critiche dalle multinazionali della distribuzione organizzata, ormai convinte che la politica di Budapest nei loro confronti sia puramente punitiva e mirata ad allontanarle dal Paese dell'Europa centrale. 

A detta di un rappresentante del settore, che ha preferito parlare sotto anonimato, Orban sta "cacciando intenzionalmente dal mercato determinate attività". "È semplicemente impossibile operare proficuamente e in modo sostenibile in tali circostanze imposte dal governo ungherese", ha aggiunto. 

Per quanto Budapest ora sostenga che le sue azioni siano mirate esclusivamente al sostegno delle famiglie vulnerabili, le stesse dichiarazioni di qualche tempo fa di vari esponenti di governo mostrano la volontà dell'esecutivo di limitare la presenza nel Paese delle multinazionali della distribuzione. "Dobbiamo aumentare la quota di proprietà nazionale nel settore dei materiali da costruzione e nella vendita al dettaglio di prodotti alimentari", aveva dichiarato a maggio il ministro dello Sviluppo economico, Marton Nagy. 

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Le politiche del governo Orban nei confronti delle multinazionali della grande distribuzione per ora non sono finite nel mirino della Commissione europea, la 'guardiana' dei Trattati Ue che sanciscono i principi della libertà d'impresa e di commerciare all'interno del mercato unico. Tuttavia, ha riportato Politico, alcuni rappresentanti dell'esecutivo europeo si sono espressi contro i provvedimenti di Budapest mettendo in dubbio la loro conformità alle norme Ue.

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