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Martedì, 19 Marzo 2024
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Venti milioni di bambini in Europa crescono in povertà, in Italia 200mila in più in un solo anno

Lo rivela un rapporto di Save the Children secondo cui milioni di minori poi non hanno alcun accesso o hanno accesso limitato all'istruzione e ai servizi educativa per la prima infanzia

In Europa sono quasi 20 milioni i bambini che crescono in povertà: sebbene l'Ue sia una delle regioni più ricche e con meno diseguaglianze al mondo, i bambini di tutti i Paesi europei stanno affrontando livelli di povertà inaccettabili, nessuna nazione esclusa. Questo è quanto emerge dal nuovo rapporto di Save the Children 'Garantire il futuro dei bambini - Come porre fine alla povertà minorile e all'esclusione sociale in Europa', che prende in analisi 14 Stati in Europa, di cui nove Ue e cinque extra Ue.

Povertà in crescita in Italia

In Italia, le stime mostrano che nel 2020 i bambini in povertà assoluta sono 200mila in più rispetto all'anno precedente. Tra i paesi dell'Unione Europea, in Germania, una delle nazioni più ricche al mondo, un bambino su quattro cresce a rischio di povertà, mentre in Spagna e in Romania, un bambino su tre vive al di sotto della soglia di povertà. Nei Paesi dei Balcani occidentali, dove i tassi di povertà minorile già negli anni precedenti variavano dal 49,4% in Albania al 30,6% in Bosnia-Erzegovina e al 20,7% in Kosovo, la situazione è ancora più grave. Secondo il rapporto di Save the Children, i bambini più vulnerabili e più colpiti dalla povertà sono coloro che crescono in famiglie numerose o monoparentali, i bambini con un background migratorio, con disabilità, appartenenti a minoranze etniche e quelli che vivono nelle aree rurali o più svantaggiate. Difatti, in Svezia, il 58% di tutte le famiglie monoparentali di origine straniera è a rischio povertà, così come fanno parte di famiglie monoparentali il 45,2% dei bambini che ricevono sussidi sociali in Germania.

Famiglie numerose e migranti

In Italia, sono più esposte alla povertà le famiglie numerose con almeno 5 componenti e le famiglie con un background migratorio, mentre in Spagna e nei Paesi Bassi circa il 40% dei bambini a rischio povertà proviene da famiglie che lavorano, sfatando il mito che i bambini che crescono in povertà provengano da famiglie con genitori disoccupati. In Irlanda del Nord, ad essere più esposti alla povertà sono i bambini delle comunità etniche, con due bambini su tre (66%) che crescono in povertà, quasi tre volte la cifra nazionale. Gli unici Paesi - tra i 9 Paesi UE presenti nel rapporto - in cui i tassi di povertà minorile sono diminuiti durante la pandemia sono Danimarca, Svezia e Lituania. Milioni di bambini in tutta Europa non hanno alcun accesso o hanno accesso limitato all'istruzione e ai servizi educativa per la prima infanzia - spesso di bassa qualità. Molti altri milioni non hanno accesso a cibi sani causando un aumento dei livelli di obesità e di malnutrizione cronica infantile.

Salute mentale

La salute mentale dei bambini è una sfida chiave in tutti i paesi e la maggior parte dei bambini poveri in Europa vive in condizioni abitative inadeguate o in situazioni di sovraffollamento, devono far fronte alla perdita della casa e il rischio di sfratto è all'ordine del giorno per la maggior parte di loro. La nuova analisi dell'Organizzazione mette in evidenza il ruolo di servizi essenziali per affrontare la povertà e l'esclusione sociale.

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