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Mercoledì, 24 Aprile 2024

La Germania 'timida' è un formidabile alleato di Putin in Europa

Il 6 aprile a Vilnius, in Lituania, decine di manifestanti si sono sdraiati di fronte all'ambasciata tedesca rappresentando i cadaveri di civili trovati a Bucha. Perché l'hanno fatto? Perché a detta di molti la Germania rappresenta oggi l'anello debole del fronte occidentale in sostegno all'Ucraina. Negli anni la Germania ha sempre cercato un rapporto privilegiato con la Russia, a partire dalla fornitura del gas, con la costruzione del gasdotto diretto Nord Stream 1 e poi Nord Stream 2.

Il veto tedesco

Sia a dicembre  che a gennaio, quando erano sempre più chiare le intenzioni aggressive di Mosca nei confronti di Kiev, la Germania aveva posto il veto in seno Nato all'invio di armi all'Ucraina, proprio per non 'irritare' Putin. I fatti hanno poi dimostrato che la politica di appeasement non abbia comunque funzionato, dato che il 24 febbraio la Russia ha comunque invaso l'Ucraina. E anche ora, dopo un mese e mezzo di guerra, il cancelliere tedesco Olaf Scholz pone il veto alle aziende tedesche e all'esercito di rifornire l'Ucraina di mezzi corazzati (Marder) e sistemi antiaereo (Gepard) moderni. Al di là della reticenza nel fornire armi pesanti all'Ucraina forse il problema più grosso è l'opposizione tedesca a incrementare le sanzioni alla Russia includendo l'embargo su gas e petrolio. La Germania teme gli effetti recessivi da una parte e inflattivi dall'altra sull'economia tedesca che scaturirebbero a seguito di uno stop alle importazioni di gas e petrolio dalla Russia. D'altronde l'aveva anche detto con un'allegoria che ha fatto discutere il presidente del consiglio Draghi: "Vogliamo la pace o l'aria condizionata?".

Lasciare Putin sarebbe un costo sopportabile per la Germania

Nel frattempo giovedì 7 aprile il Parlamento europeo con una risoluzione adottata a stragrande maggioranza (513 voti favorevoli, 22 contrari e 19 astensioni) ha chiesto il blocco totale "delle importazioni dalla Russia di petrolio, carbone, combustibile nucleare e gas". Ma quanto costerebbe questo stop alla Germania? Un gruppo di economisti del CEPR, fra cui anche tedeschi, ha calcolato che fermare le importazioni di energia dalla Russia costerebbe alla Germania un valore fra lo 0,3 e il 3% del PIL, ma più probabilmente intorno al 2% e, concludono i ricercatori, "non c'è dubbio che si tratta di costi economici sostanziali, ma allo stesso tempo sono chiaramente gestibili, nel senso che l'economia tedesca ha superato crisi più profonde negli ultimi anni e si è ripresa rapidamente. La paura dell'opinione pubblica sulle conseguenze catastrofiche di un embargo energetico da parte di gruppi di interesse e think tank affiliati non regge agli standard accademici".

In altre parole, quanto valgono le vite degli ucraini? Quanti punti di Pil tedesco costano le morti e le distruzioni in Ucraina? Nel 2015 la Germania aveva chiesto e ottenuto dalla Grecia lacrime e sangue per onorare il debito, perché giustamente i contribuenti europei non dovevano pagare per le sbagliate politiche di bilancio greche. Oggi dovremmo allo stesso modo chiedere alla Germania dei sacrifici, fra l'altro ben minori rispetto a quelli chiesti alla Grecia allora, perché non è giusto che l'Ucraina e in prospettiva l'Europa paghino per le sbagliate politiche energetiche tedesche che si è messa nelle mani di una dittatura sanguinaria.

Il 23 agosto 1939 fu siglato a Mosca il patto Molotov-Ribbentropp, con il quale la Germania nazista e l'Unione Sovietica stalinista si accordarono per la spartizione dell'Europa orientale. Mi auguro che entro il 23 agosto 2022 la Russia si sia finalmente ritirata dall'Ucraina perché con il sostegno militare a Kiev da una parte e le dure sanzioni economiche a Mosca dall'altra abbiano fatto desistere il regime di Putin dagli intenti distruttivi e di genocidio dell'Ucraina e del suo popolo. Viceversa le reticenze di Berlino potrebbero rendere ancora più amara quella ricorrenza.

I paesi baltici, che furono fra le vittime di quel patto, e nonostante fossero ancor più dipendenti dal gas russo rispetto alla Germania, hanno deciso di smettere di finanziare la guerra di Putin interrompendo le importazioni. Ecco perché a Vilnius hanno manifestato davanti all'ambasciata tedesca.

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