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Martedì, 23 Aprile 2024
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Sulle nostre tavole arrivano i grilli, via libera dell'Ue al consumo per l'uomo

La Commissione europea ha autorizzato la commercializzazione di questo insetto, finora limitato solo ai mangimi per animali. E in Italia c'è già chi lo alleva

La Commissione europea ha autorizzato la commercializzazione del grillo domestico (Acheta domesticus) come 'nuovo alimento' nell'Ue. L'ortottero, finora utilizzato come mangime per animali domestici (specie i rettili insettivori, perché è facile da allevare, è molto proteico e poco grasso), è il terzo insetto che viene autorizzato come cibo per gli esseri umani dalla Commissione, dopo la locusta migratoria, autorizzata nel novembre 2021, e la tarma della farina (Tenebrio molitor), che ha ricevuto l'ok nel luglio 2021.

L'azienda italiana che alleva grilli

I grilli, per chi vorrà mangiarli, saranno disponibili interi, congelati o essiccati, o in polvere. L'autorizzazione è stata appoggiata dagli Stati membri l'8 dicembre scorso nel comitato apposito, dopo che l'Efsa, Autorità europea per la sicurezza alimentare, ha valutato che il consumo dell'insetto, secondo l'uso proposto dalla compagnia che ha avanzato la richiesta, è sicuro. I prodotti contenenti grilli verranno etichettati in modo appropriato, anche per evitare reazioni allergiche.

Secondo la strategia Farm to Fork, gli insetti costituiscono una fonte di proteine alternativa, che potrebbe aiutare a passare ad un sistema alimentare "più sostenibile", secondo la Commissione. Ovviamente, specifica l'esecutivo, sta al consumatore "decidere se vuole mangiare insetti o no". L'Efsa sta valutando ulteriori 9 richieste di autorizzazione alla commercializzazione che riguardano insetti. Anche se in buona parte dell'Unione europea il mercato degli insetti edibili è già attivo da tempo. Ecco dove.

Dove mangiare insetti in Ue

Il Belgio è tra i Paesi Ue più aperti sull'alimentazione a base di insetti, con dieci specie già sul mercato: il grillo domestico, la locusta migratoria, il verme di farina gigante, il verme di farina, il verme Buffalo, la tarma maggiore della cera, la locusta del deserto americano, il grillo domestico tropicale, la tarma minore della cera, e il baco da cera. Unici limiti al loro uso e consumo sono legati alla trasparenza in etichetta (occorre indicare chiaramente la loro presenza) e alla produzione, che deve essere locale. 

Anche altri Paesi Ue hanno già autorizzato il consumo di insetti per l'uomo. In Olanda, esistono delle fattorie che producono sia i vermi di farina, sia i grilli. La Danimarca ha invece aperto agli insetti interi provenienti da Paesi ecxra-Ue. E lo stesso ha fatto la Finlandia. Anche in alcune regioni della Germania è stata autorizzata la vendita di prodotti di questo tipo come la pasta a base di farina di vermi.

In Italia

In Italia, il ministero della Salute ha chiarito che finché l'Efsa non emetterà le sue autorizzazioni, il commercio di insetti e prodotti connessi è vietato. Questo però non ha fermato alcuni imprenditori da investire in "quello che in un prossimo futuro dovrà essere considerato la più eco sostenibile fonte proteica del pianeta", si legge sul sito web di Italian cricket farm, azienda del Torinese specializzata nella produzione di insetti. Per adesso destinati solo al consumo animale.

Il cibo del futuro?

Come l'Italian cricket farm, sono in tanti in Europa a puntare sullo sviluppo di questo mercato. Secondo uno studio della Ipiff, la lobby europea del settore, nel 2019, gli investimenti delle aziende agricole che allevano e trasfromano insetti hanno raggiunto i 600 milioni di euro. Cifra che potrebbe raggiungere i 2,5 miliardi alla fine del 2020 qualora arrivasse il via libera dell'Efsa alla commercializzazione. 

Secondo l'Ipiff, già oggi il 25% della popolazione mondiale mangia abitualmente insetti. In Europa, ci sono dei limiti culturali, ma col tempo il loro consumo potrebbe venire promosso per far fronte alle carenze e all'inquinamento dell'industria agroalimentare classica. Per esempio, i grilli sono composti dal 60 all'80% di proteine. Ciò significa che contengono più ferro del manzo. Da un punto di vista ambientale, un chilo di grilli ha bisogno di 15 mila litri di acqua in meno per ogni chilo di carne prodotta e il loro allevamento genere 100 volte meno gas a effetto serra. 

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