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Martedì, 23 Aprile 2024
I dati

Le armi made in Italy a gonfie vele: l'export cresce più di quello degli Usa

Secondo l’ultimo rapporto Sipri, solo Francia e Corea del Sud hanno avuto trend migliori. La Russia in forte calo. Ecco a chi vendiamo

C'è un settore in cui l'Italia può vantare un tasso di crescita tra i primi al mondo: quello della vendita di armi. Stando all’ultimo report del Sipri, l'Istituto di ricerca internazionale sulla pace di Stoccolma, che confronta il quinquennio 2017-2021 con quello 2012-2016, le imprese italiane hanno aumentato il loro export di ben il 16%. Una crescita maggiore di quella degli Stati Uniti, che con un aumento del 14% hanno consolidato la posizione di leader della vendita di armi nel mondo. Tra i top10 di questa classifica, solo Francia (+59%) e Corea del Sud (+177%) hanno fatto registrare trend migliori.

L'Italia vende e compra sempre più armi

In generale, il periodo 2017-2021 ha visto un leggero calo nel commercio globale di armi. La Russia ha ridotto del 29% il suo export, restando comunque al secondo posto tra i maggiori venditori. Anche Cina (-31%), Germania (-19) e Regno Unito (-41%) hanno registrato un calo dell'export. Le minori vendite delle imprese britanniche hanno consentito all'Italia di guadagnare una posizione nella classifica dei Paesi che armano il mondo: siamo ora sesti a ridosso di Germania e Cina, ma ancora ben distanti dal terzo gradino del podio, occupato saldamente dalla Francia. Le armi italiane vanno principalmente in Africa e Medio Oriente: la prima destinazione è l’Egitto (28%), seguito da Turchia (15%) e Qatar (9%).

Relativamente all’import, Roma si colloca al 22esimo posto a livello mondiale (+15% rispetto al quinquennio 2012-16) e i suoi principali fornitori sono Stati Uniti (72% delle importazioni totali), Germania (17%) e Israele (5,8%). Anche sull'import l'Italia è in crescita. Un trend che segue quello dell'Europa, che fa registrare la più grande crescita nell’importazione di armi: gli Stati del Vecchio Continente hanno acquistato il 19% in più rispetto al periodo precedente 2012-16. Pieter Wezeman, ricercatore del Sipri, ha spiegato questo trend nei termini di un “grave deterioramento delle relazioni tra la maggior parte degli Stati europei e la Russia”. A importare più armi tra i Paesi europei sono stati Regno Unito, Norvegia e Paesi Bassi. 

Asia e Oceania

L’Asia e l’Oceania rimangono insieme la più grande regione importatrice di armi, ricevendo il 43% dei trasferimenti globali nel quinquennio in esame (pur registrando un calo del 4,7%). Tra i 10 maggiori importatori a livello mondiale figurano infatti 6 Paesi dell’area: India, Australia, Cina, Corea del Sud, Pakistan e Giappone. Anche qui si segnala tuttavia una forte variazione subregionale: se in Asia meridionale e nel sudest asiatico le importazioni sono diminuite di oltre il 20%, in Oceania sono cresciute del 59% e in Asia orientale del 20%. In questo quadrante, la corsa al riarmo è giustificata da Wezeman con il rinnovato militarismo cinese, che ha portato diversi Stati ad acquistare armamenti soprattutto da Washington. Del resto, ha ricordato Wezeman, “le esportazioni di armi sono un elemento importante della politica estera statunitense rivolta alla Cina”.

Medio Oriente

Si è assistito invece ad un’importante stabilizzazione nell’area del Medio Oriente: se nel periodo 2012-16 l’importazione di armi aveva subito un’impennata rispetto al quinquennio precedente (+86%), la crescita è stata del 2,8% paragonando il periodo 2017-21 con quello 2012-16. Nella regione c’è il secondo importatore mondiale, l’Arabia Saudita, che è andata in controtendenza aumentando del 27% i propri acquisti di armi tra i due quinquenni. Ma la performance più notevole, almeno in termini percentuali, è quella del Qatar: il piccolo Stato del Golfo ha registrato un +227% tra i due periodi, scalando la classifica globale dal 22esimo al sesto posto.

Africa e Americhe

Comparato al periodo precedente, il quinquennio 2017-21 ha visto una diminuzione del 34% dell’import di armi da parte degli Stati africani. Il primo esportatore nel continente è stata la Russia (con il 44% delle consegne), seguita da Stati Uniti (17%) e Cina (10%). La sola Algeria, che pure ha ridotto sostanzialmente l’acquisto di armi, rimane comunque il primo importatore africano: negli ultimi 5 anni ha rappresentato il 44% dell’import continentale.

Per quanto riguarda le Americhe, l’acquisto di armi si è ridotto complessivamente del 36% rispetto al periodo precedente (in cui già si era registrato un calo del 21% rispetto al 2007-11). Gli Stati Uniti e il Canada sono stati i principali importatori, rappresentando rispettivamente il 43% ed il 15% del totale regionale. Il motivo del calo complessivo nei due continenti è dunque la riduzione del 55% tra gli Stati sudamericani, che nel periodo in esame hanno acquistato meno armi che in qualunque altro periodo negli ultimi 50 anni. I principali importatori sudamericani sono stati Brasile (37%, –17% sul dato precedente) e Cile (21%, +15% sul quinquennio 2012-16).

Il podio globale

Quanto ai singoli Paesi, Washington rimane il primo esportatore mondiale di armi. Anzi, aumenta la propria quota di mercato dal 32% al 39% nel periodo 2017-21 rispetto al quinquennio precedente, con l’export che cresce di 14 punti percentuali. Negli ultimi 5 anni, gli Stati Uniti hanno esportato armi in 103 Paesi (una cifra nettamente superiore a qualunque altro esportatore) e soprattutto in Arabia Saudita (23% delle esportazioni totali), Australia (9,4%) e Corea del Sud (6,8%). La punta di diamante delle esportazioni statunitensi sono stati i jet da combattimento, seguiti da missili e mezzi corazzati.

Al secondo posto la Russia, le cui esportazioni si sono ridotte del 26% rispetto al periodo 2012-16 e la cui quota a livello globale è stata del 19% nel 2017-21 (–5 punti percentuali sui 5 anni precedenti, con un allargamento del distacco con gli Stati Uniti). I maggiori clienti di Mosca sono stati India (28%), Cina (21%) ed Egitto (13%), e anche in questo caso il principale prodotto esportato sono stati i velivoli militari.

Medaglia di bronzo alla Francia, che ha rappresentato l’11% delle esportazioni mondiali nel periodo di riferimento: un aumento del 59% rispetto al quinquennio 2012-16. Parigi ha esportato armi soprattutto in India (29%), Qatar (16%) ed Egitto (11%). Al primo posto di nuovo gli aerei e al secondo le navi da guerra.

La Cina si è collocata al quarto posto (4,6% delle esportazioni globali), seguita dalla Germania (4,5%), ma entrambi i Paesi hanno esportato meno che nel periodo precedente: –31% per Pechino (soprattutto in Pakistan, Bangladesh e Tailandia) e –19% per Berlino (verso Corea del Sud, Egitto e Stati Uniti). In tutto, questi 5 Paesi hanno rappresentato il 77% delle esportazioni globali di armi tra il 2017 e il 2021.

Quanto all’import di armi, la classifica globale è dominata da India (che pure segna un calo del 21%), Arabia Saudita (+27%), Egitto (+73%), Australia (+62%) e Cina (+4,1%). Complessivamente a questi Stati è andato il 38% delle importazioni di armi negli ultimi 5 anni.

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