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Venerdì, 29 Marzo 2024
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Per gli europei studiare a Londra ora costa il doppio: ecco cosa cambia con la Brexit

Non solo lo stop all'Erasmus: in seguito all'uscita dall'Ue, il Regno Unito ha equiparato gli studenti dei Paesi dell'Unione agli altri stranieri, togliendo i privilegi goduti finora. L'appello degli universitari a Bruxelles affinché intervenga con il governo britannico

Con l'uscita dall'Unione europea, il governo di Londra, come è noto, ha deciso di ritirarsi dal programma Erasmus. Ma per gli universitari europei nel Regno Unito il cambiamento maggiore (e peggiore) della Brexit riguarda il portafoglio: per loro, infatti, non varrà più lo status da stranieri "privilegiati" riconosciuto ai cittadini Ue finora, status che gli ha permesso di pagare rette annuali (e altre spese connesse) alla stregua degli studenti di Sua Maestà. Lo status adesso sarà quello di studenti di Paesi terzi ("overseas"), che significa costi più che raddoppiati. E per gran parte di loro, secondo quanto affermano i promotori della campagna SaveEUStudents, questo si tradurrà in un addio ai prestigiosi atenei britannici.

Formazione di alto livello 

Già, perché il Regno Unito vanta alcune delle università più prestigiose e antiche del mondo. Oxford e Cambridge sono solo due degli atenei più rinomati e non a caso, insieme l’University College e l’Imperial College di Londra, si trovano nei primi dieci posti della classifica QS World University Rankings. Per questo non stupisce che negli ultimi anni la nazione sia stata la seconda destinazione mondiale più popolare per gli studenti internazionali. Nel 2019/20 sono stati 538.600 i giovani che si sono recati nell'isola per completare la propria formazione, ben il 22% della popolazione studentesca totale della nazione, di cui 143mila europei, aiutati dallo status privilegiato dovuto all’appartenenza all’Ue. Ma adesso, come dicevamo, le regole sono cambiate. Per capire meglio nel dettaglio come ci affidiamo a un report della European University Association.

Le nuove regole

Prima del divorzio tra Londra e Bruxelles, i cittadini comunitari che decidevano di studiare nel Regno Unito erano facilitati rispetto a quelli provenienti da Paesi terzi e potevano godere in tutto e per tutto dello stesso “status” degli universitari inglesi. Oltre all’assistenza sanitaria gratuita potevano risiedere nel Paese senza necessità di visto e chiedere un prestito universitario (prestito d’onore), un finanziamento che copre il costo del corso di studi che lo studente deve rimborsare solo dopo aver finito l'università e non prima di aver trovato un lavoro, tra l'altro in piccolissime rate mensili. Ma la decisione di Londra di uscire dall’Ue ha cambiato le carte in tavola.

Secondo le nuove regole, gli europei saranno considerati alla stregua di tutti gli altri stranieri. Per questo saranno soggetti a una retta universitaria più alta (che passa in alcuni casi da 9mila a 21mila sterline all'anno), e gli europei non potranno più fare richiesta per ottenere il prestito d’onore. Inoltre, gli studenti comunitari avranno bisogno di un visto studentesco, come tutti gli altri stranieri, il cui costo si aggira attorno alle 348 sterline, e dovranno pagare di tasca propria per avere l’assistenza sanitaria, che per un anno costa all’incirca 470 sterline.

Addio all'Erasmus

Le nuove disposizioni verranno applicate soltanto ai nuovi studenti che intendono trasferirsi in Regno Unito in quanto, secondo gli accordi raggiunti da Londra e Bruxelles, tutti quelli che si sono recati sull'isola prima di quest'anno, quando la Brexit è diventata effettiva, potranno manterere per un periodo di tempo gli stessi diritti che avevano quando la Londra faceva ancora parte dell'Unione. Il governo inglese ha deciso anche di interrompere la partecipazione al programma Erasmus+ nonostante le pressioni da parte della Scozia. Una volta finito l'attuale ciclo già finanziato, non si potrà più fare domanda per parteciparvi e per gli inglesi ed europei finisce l’era degli scambi universitari finanziati dall’Ue (restano nel programma però i nord-irlandesi). Londra ha pensato ad un progetto sostitutivo, che prenderà il nome dal pioniere dell'informatica britannico Alan Turing, ma selezionerà solo alcune università specifiche, e non si sa anchora se tra queste ce ne saranno alcune italiane.

Borse di studio

Lo sforzo economico superiore a quello precedente e una macchina burocratica più complessa da dover affrontare, scoraggeranno molti universitari europei ad iscriversi a università inglesi. Tutto questo potrebbe portare anche ad un aumento delle diseguaglianze, in quanto solamente chi potrà permettersi di coprire tutti i costi, avrà la possibilità di intraprendere un percorso di studio nell’ex Paese Ue e nei suoi prestigiosi atenei. Per questo alcune università inglesi, nonostante le decisioni del governo, stanno prendendo provvedimenti per aiutare gli studenti e hanno deciso di offrire vari prestiti e borse di studio per consentire agli studenti europei di studiare da loro. Tra queste ci sono l’Università Queen Mary di Londra e le università di Warwick, Cardiff, Swansea e Leicester.

L'appello

Con l’intento di continuare a dare agli europei la possibilità di studiare nel Regno Unito, è nata l’associazione “Save EU students”, che ha presentato una campagna per impedire il piano del governo di aumentare le tasse universitarie e abolire l'accesso ai prestiti agli europei che vogliono studiare presso le università britanniche. Secondo uno studio dell’organizzazione, le decisioni del governo inglese sia di sottrarsi al programma Erasmus+ sia di trattare gli studenti europei alla stregua di studenti di paesi terzi, ha avuto come conseguenza che il costo di un'esperienza di studio sull'isola è più che triplicato. L'84% degli studenti che hanno intervistato ritiene che i costi siano oramai proibitivi per permettersi di studiare in Gran Bretagna. In una nota l’associazione ha detto che “tale cambiamento non solo danneggerà in modo significativo il Paese, ma soprattutto consentirà l'accesso all'istruzione superiore solo agli studenti più ricchi, incidendo così sul futuro dell’Ue, creando un continente più disuguale, diviso e non cooperativo”. Numerose associazioni studentesche europee hanno aderito all’iniziativa, tra cui “Hungarian Youth Association”.

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