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Martedì, 23 Aprile 2024
La guerra in Ucraina

Perché l'addio della Russia al Consiglio d'Europa rilancia i timori di una nuova guerra mondiale

Il ministro Lavrov ha annunciato l'uscita del suo Paese dall'istituzione creata per promuovere pace e democrazia nel Vecchio Continente

La sua partecipazione è sempre stata oggetto di critiche, vista la resistenza a conformarsi alle regole comuni su democrazia e diritti umani. E dopo essere stata sospesa in seguito all'invasione in Ucraina, da oggi la Russia ha deciso di togliere il disturbo: il ministro degli Esteri, Serghei Lavrov, ha infatti annunciato che il suo Paese lascia il Consiglio d'Europa. Una decisione che ha un valore simbolico preoccupante per il futuro dei rapporti tra Russia e resto d'Europa, dato che questa istituzione era stata creata per prevenire una nuova guerra mondiale nel Vecchio Continente.

L'addio di Mosca

"Il corso degli eventi è diventato irreversibile - si legge in una nota di Mosca riportata dall'agenzia Tass - e la Russia non ha alcuna intenzione di sopportare le azioni sovversive intraprese dall'Occidente, che spinge per un ordine basato sulle regole e sulla sostituzione del diritto internazionale calpestato dagli Stati Uniti e dai suoi satelliti". La decisione della Russia, ha detto il ministro degli Esteri, è stata presa a causa del comportamento ostile dei Paesi europei e della Nato nei confronti di Mosca, continuando "nel solco della distruzione del Consiglio d'Europa e dello spazio giuridico e umanitario in Europa".

Il conflitto in Ucraina: le ultime notizie in diretta 

"I membri dell'Unione Europea e della Nato, che sono ostili nei confronti della Russia - si legge nella nota - stanno abusando della loro assoluta maggioranza nel comitato dei ministri del Consiglio d'Europa. La Russia non prenderà parte al tentativo di Nato e Ue nel trasformare la più antica organizzazione europea in un altro luogo dove vengono esaltati i mantra della supremazia e del narcisismo dell'Occidente. Lasciamo che si divertano tra loro senza la compagnia della Russia".

Lo scorso 25 febbraio, subito dopo l'invasione dell'Ucraina da parte di Mosca, il Comitato dei Ministri del Consiglio d'Europa aveva deciso di sospendere, con effetto immediato, la Federazione russa dai suoi diritti di rappresentanza nello stesso Comitato e nell'Assemblea Parlamentare di questa istituzione con sede a Strasburgo. Ma quali sono le conseguenza della scelta di Mosca?

Cos'è il Consiglio d'Europa

Spesso confuso con il Consiglio dell'Unione europea, in realtà il Consiglio d'Europa è un organismo internazionale che non fa parte dell'Ue, e che è nato prima della comunità economica europea. Fu fondato il 5 maggio 1949 con il trattato di Londra da un gruppo di Paesi, tra cui l'Italia, e nel tempo si è allargato fino a contare 47 Stati membri, in sostanza tutti i Paesi considerati geograficamente europei a eccezione della Bielorussia (e della Russia, quando verrà formalizzata l'uscita), ma anche 5 Paesi (come la Turchia) che per geografia non sono considerati europei. 

Creato come strumento di pacificazione nel Vecchio Continente dopo la Seconda guerra mondiale, il suo scopo è promuovere i valori dei diritti umani, della democrazia e dello stato di diritto e prevenire gravi scontri, anche militari, tra i membri. Tra i suoi organi più importanti c'è la Corte europea dei diritti umani (Cedu), che si occupa dei casi di individui che denunciano violazione di diritti umani da parte di uno o più Stati membri. Le sentenze della Corte non determinano che il Paese eventualmente condannato debba obbligatoriamente adeguarsi, ma hanno un valore politico rilevante che alla lunga può produrre effetti.  

Un ruolo strategico lo ha anche un altro organo, la Commissione di Venezia, che ha sede nella città lagunare e che emette una serie di analisi giuridiche e raccomandazioni sulle costituzioni degli Stati membri. Tali raccomandazioni hanno assunto un ruolo sempre più importante perché, per esempio, vengono utilizzate dall'Unione europea per valutare sia lo stato della democrazia interno ai Paesi Ue (si pensi alla Polonia), sia i progressi sullo stato di diritto fatti dai Paesi candidati all'accesso (si pensi all'Ucraina). 

Luci e ombre

Grazie a questi organi, il Consiglio d'Europa ha assunto un ruolo internazionale, e, come scrive il Post, "gli sono riconosciuti alcuni successi, come aver contribuito all’abolizione della pena di morte nei Paesi dell’ex Jugoslavia e di quasi tutti quelli dell’ex Unione Sovietica". Di contro, l'istituzione di Strasburgo non è stata scevra da critiche e scandali, come quando un rapporto sull'Azerbaigian (in piena trattativa con l'Ue per un serie di progetti, come la TAP) sarebbe stato edulcorato sotto al presunta spinta di mazzette. 

Anche l'ingresso della Russia nel 1996 è stato accompagnato da polemiche. All'inizio, si pensava che aderendo al "club della democrazia", Mosca avesse intrapreso un nuovo corso di democratizzazione. Nell'Ue, come è noto, Paesi come Germania e Italia salutavano come un successo gli impegni del Cremlino ad adeguarsi ai valori condivisi del Consiglio, che sono poi quelli dell'Unione europea. Il problema è che le speranze si sono rivelate vane, soprattutto a partire dal 2014 con l'annessione della Crimea da parte della Russia.

Il membro ribelle

Il Consiglio d'Europa chiese a Mosca di ritirare le sue truppe dalla regione ucraina, ma la richiesta rimase inascoltata. A dirla tutta, anche prima la Russia si era distinta per la sua 'ribellione' alle norme comuni: è il Paese membro con il più alto numero di casi portati alla Cedu, e al contempo quello con il minore tasso di adeguamento alle sue sentenze. Nel 2015, del resto, la Corte costituzionale russa ha sancito che Mosca non deve per forza rispettare tutte le decisioni della Cedu. Del resto, il Consiglio e i suoi organi non hanno strumenti per costringere gli Stati membri a rispettare gli impegni, ma possono solo esercitare pressioni politiche. 

Nel caso di Mosca, dopo la Crimea, il Consiglio d'Europa accettò la "eccezione" russa sulle sentenze della Cedu, una decisione che fu vista come un estremo tentativo di riportare il presidente Vladimir Putin sulla strada del dialogo. I fatti successivi hanno dimostrato che la mossa non è servita più di tanto. E adesso che la nuova guerra in Ucraina ha reso evidente l'errore, il Consiglio d'Europa aveva un'ultima occasione per dare un segnale politico forte a livello internazione: espellere la Russia. Occasione vanificata da Mosca che ha annunciato l'addio al club prima di venire cacciata.

Chiarito che quando si parla di Consiglio d'Europa si resta per lo più nel campo del simbolico, l'uscita della Russia getta un'ulteriore ombra sul futuro: il Cremlino abbandona un'istituzione creata per evitare un nuovo devastante conflitto mondiale nel Vecchio Continente. La speranza è che non sia una prima dichiarazione di guerra al resto d'Europa. 

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