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Lunedì, 2 Ottobre 2023
Il caso / Germania

Perché la Germania ha bloccato l'accoglienza di migranti dall'Italia

Berlino ci accusa di non rispettare le regole di Dublino. E manda un messaggio al governo Meloni

Stando alla stampa tedesca, la Germania ha sospeso il programma di ammissione dei migranti provenienti dall'Italia. Berlino, insieme ad alcuni Stati europei, tra cui la Francia, si era impegnato nel 2021 a farsi carico dell'accoglienza di 10mila richiedenti asilo trasferendoli dai Paesi di primo arrivo, in particolare il nostro. A oggi, la Germania ne ha accolti circa 1.700, la metà della sua quota prevista (3.500). Dei partecipanti all'accordo, è stato il più solidale con l'Italia, ma adesso ha deciso di mettere in pausa i trasferimenti. Per quale ragione?

I dublinati

Il motivo ufficiale, come spiegato in una lettera, resa nota dal quotidiano Die Welt, che la ministra degli Interni tedesca Nancy Faeser ha inviato a Roma, va cercato nei cosiddetti "dublinati". Stando al regolamento di Dublino, l'insieme delle norme che regolano la gestione dei migranti nell'Ue, se un migrante fa richiesta di asilo in un determinato Paese Ue, deve restare in quello Stato finché la sua domanda non riceve una risposta. Se positiva, il migrante può spostarsi all'interno dell'Ue. Se negativa, va rispedito in patria. 

Questo sulla carta. Nella realtà, i richiedenti asilo spesso non rispettano l'indicazione di restare nel Paese di prima accoglienza, fuggendo in un altro Stato Ue, molte volte per ragioni di ricongiungimento famigliare o perché attratti da un migliore mercato del lavoro. Queste "fughe" vengono chiamate movimenti secondari, e da anni i politici del Nord Europa e della Francia accusano i Paesi di primo approdo, in particolare l'Italia, di chiudere più di un occhio sui controlli alle frontiere, favorendo le rotte illegali interne al blocco. Per avere un'idea del fenomeno, l'ultimo rapporto dell'Euua, l'agenzia europea per l'asilo, segnala che nel 2022, a fronte di 1 milione di richiedenti asilo nei 27 Paesi Ue, i dublinati sono stati oltre 170mila. Una quota considerata dagli esperti al ribasso rispetto a quella reale, perché tiene conto solo di quelli che sono stati scoperti.     

I trasferimenti al palo

Cosa succede quando un dublinato viene scoperto? Secondo le norme Ue, il Paese in cui il migrante ha presentato la sua prima domanda di asilo deve riprenderselo. L'anno scorso, la Germania ha inviato quasi 70mila richieste ad altri Stati europei affinché, come previsto dalle regole, dessero seguito ai trasferimenti (il numero più alto tra i membri del blocco). Ma solo una minima parte, poco più di 4mila, sono andate a buon fine. Dall'altro lato della barricata, ci sono i Paesi che ricevono la domanda di riprendersi i migranti: prima in assoluto è l'Italia, con circa 32mila richieste ricevute, ma appena 2.623 trasferimenti in ingresso effettivamente realizzati.

Per dirla in altri termini, la Germania è il Paese europeo che registra più migranti illegali da altri Stati Ue. E l'Italia è quella da cui parte il maggior numero di questi migranti. Ma fa poco per riprenderseli. La situazione (dal punto di vista di Berlino, ma anche della Francia) è diventata ancora più critica quando il 5 dicembre scorso, il governo appena insediato di Giorgia Meloni ha annunciato alla controparte tedesca la sospensione dei trasferimenti di dublinati: "Per motivi tecnici emersi improvvisamente e legati alla mancanza di capacità di accoglienza (...) i trasferimenti verso l'Italia saranno temporaneamente cancellati". Sono passati 9 mesi da allora, ma la sospensione, che doveva essere temporanea, prosegue.

Il messaggio di Berlino

A Berlino, evidentemente, la pazienza è finita. La ministra Faeser, che era stata in prima linea nel 2021 per tendere la mano all'Italia dando vita al meccanismo di solidarietà temporaneo, ha deciso di sollevare il caso diplomatico. Si tratta di una mossa per lo più simbolica: i 1.800 migranti ancora da accogliere in base all'intesa Ue sono poca cosa rispetto sia ai dublinati, sia ai 244mila richiedenti asilo che Berlino ha accolto nel 2022 (il triplo rispetto a quanto fatto dall'Italia). Semmai, il messaggio di Berlino potrebbe riguardare i dossier caldi sul tavolo a Bruxelles, a partire proprio dalla riforma del regolamento di Dublino, per arrivare al nuovo Patto di stabilità.

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