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Giovedì, 18 Aprile 2024
Fake & Fact

Di Maio annuncia il nuovo gruppo europeo dei 5 Stelle. Che in realtà non c'è (per ora)

Il leader M5s ha stretto un'intesa di massima con i finlandesi di Liike Nyt, i croati dello Zivi Zad e i polacchi del Kukiz'15. Ma per mantenere in vita l'Efdd ed evitare l'irrilevanza politica in Europa servono altre alleanze. Che a oggi non ci sono

Se l'obiettivo è di “essere l'ago della bilancia in Europa” e di creare “la grande famiglia europea della democrazia diretta”, come dichiara il vicepremier Luigi Di Maio nell'annunciare sul suo blog la nascita di un nuovo gruppo parlamentare europeo, la strada per il Movimento 5 stelle in vista delle elezioni Ue di maggio è più che in salita. Il nuovo gruppo, infatti, a oggi non ha i numeri per formarsi. L'attuale formazione parlamentare del M5s, l'Efdd, resta in piedi per inerzia e dei componenti, solo un partito, il partito tedesco di destra AfD, ha la sicurezza di far eleggere deputati. Sempre che questi resti alleato dei 5 stelle.

Lo spettro dell'irrilevanza politica

Il rischio è che nel prossimo Parlamento europeo, con l'addio dell'alleato di maggior spessore, l'Ukip di Nigel Farage, il M5s si ritrovi con un gruppo di scarso peso. Se non addirittura senza gruppo. Cosa che significherebbe essere condannati al limbo dei non iscritti e, di fatto, all'irrilevanza politica. 

Chi non ha fa parte di un gruppo politico, infatti, non puo' proporre iniziative legislative e non puo' partecipare alle riunioni dei capigruppo, che hanno una rilevanza strategica nella vita del Parlamento. E' questo il motivo per cui, turandosi il naso, nel 2014 Grillo aveva stretto un accordo con Farage per dar vita all'Efdd. Ma con la Brexit, il gruppo perderà l'alleato di maggior peso. E altri compagni di strada hanno già fatto le valige. 

Le defezioni

Dopo l'addio dei Democratici svedesi, partito in crescita in patria, infatti, l'ultima tegola per Di Maio è arrivata giusto nel giorno della sua missione a Bruxelles in cerca di nuove alleanze: i francesi di Debout la France hanno deciso di abbandonare l'Efdd e iscriversi al gruppo dei conservatori dell'Ecr. Un doppio tradimento, visto che l'Ecr è in trattativa in questi giorni con Matteo Salvini.

Il ministro del Lavoro, aiutato dai suoi sherpa europei e da Davide Casaleggio, ha risposto a questa defezione trovando un accordo di massima con tre partiti emergenti: il finlandese Liike Nyt, i croati dello Zivi Zad e i polacchi del Kukiz'15. Tutti movimenti che con il M5s condividono la giovane età. Ma poco altro.       

I nuovi compagni di strada

Il Liike Nyt è guidato da tale Hatty Harkimo, una sorta di Donald Trump finlandese: da dirigente e imprenditore nel settore dei media, è diventato popolare in patria partecipando da giudice al reality The Apprentice. Dalla tv alla politica il passo è stato breve: si unisce al Partito di coalizione nazionale, di ispirazione conservatrice e liberista, e nel 2015 viene eletto al Parlamento finlandese. In contemporanea, inizia un'intensa attviità di youtuber e, nell'aprile del 2018, si dimette dal partito per fondare un nuovo movimento, il Liike Nyt per l'appunto. Un movimento che, per ora, non sembra riscuotere il consenso necessario per far eleggere deputati al Parlamento europeo. 

Discorso diverso per i croati dello Zivi Zid, che gli ultimi sondaggi danno al 15% e che potrebbero portare a Strasburgo 2 deputati. Il nome del partito significa, letteralmente, “scudo umano” e con il M5s condivide sia la mancanza di una caratterizzazione politica (si dichiarano né di destra, né di sinistra) e il colore giallo (a cui aggiungono anche il nero). Zivi Zid, guidato da un giovane 28enne, Ivan Vilibor Sinčic, si ispira ai valori umanisti e si batte contro la corruzione e per dare casa, istruzione e cure sanitarie gratuite alle fasce più povere. A livello internazionale, propone l'uscita della Croazia dalla Nato e una riforma profonda dell'Ue, a partire dall'abolizione dell'euro. 

Tra i possibili futuri partner del M5s, ci sono anche i polacchi del Kukiz'15, fondato dal musicista punk Pawel Kukiz. Il movimento si propone di abbattere la partitocrazia, come i 5 stelle, ma sui diritti civili le distanze sono enormi: Kukiz si è infatti battuto per l'abolizione dell'aborto in patria, al fianco del partito di governo PiS.   

Il rompicapo delle alleanze

A ogni modo, se questi tre partiti dovessero confermare l'alleanza con il M5s e portare deputati a Strasburgo, Di Maio potrebbe garantirsi altri 5-6 seggi. Un altro seggio potrebbe arrivare da Ordine e Giustizia, partito di destra lituano che è attuale alleato dell'Efdd. E altri 13 li dovrebbe portare l'AfD di Alice Weidel. Lo stesso partito che poche settimane fa, nel bel mezzo del braccio di ferro tra Bruxelles e Roma sulla manovra, si è schierato nettamente contro il governo gialloverde. Una mossa che potrebbe aprire la porta a un trasloco verso altri lidi (come l'Enf di Salvini e Le Pen o l'Ecr).

A ogni modo, anche nell'ipotesi di una permanenza dell'AfD, manca ancora un pezzo per formare il gruppo: i Paesi rappresentati al momento, infatti, sono solo 6. E per dar vita a un gruppo parlamentare europeo ne servono almeno 7. Ecco perché Di Maio cerca ancora nuovi alleati. L'apertura ai gilet gialli francesi potrebbe portare a un vicolo cieco. Ci sarebbero, poi, i nazionalisti slovacchi, che potrebbero entrare al Parlamento e che fino al 2014 erano alleati di Farage.  E ci sono i romeni di Uniunea Salvați România, dati in netta crescita in patria e in cerca di casa nel caso di ingresso a Strasburgo. 

I romeni non sono del resto gli unici possibili volti nuovi dell'Eurocamera alla ricerca di un gruppo. Secondo i più recenti sondaggi raccolti da Politico, in giro per l'Europa ci sono una trentina di seggi in ballo che potrebbero essere occupati da forze nuove, spesso populisti e di destra. Districarsi in questa babele non è semplice, ma il M5s già nel 2014 ha dovuto fare i conti con alleanze imbarazzanti pur di avere la possibilità di far parte di un gruppo e avere voce in capitolo nelle scelte politiche del Parlamento. 

Certo, ci si poteva pensare prima, vista l'esperienza delle scorse elezioni. Alcuni attuali eurodeputati M5s ci avevano provato, prima con i Verdi, poi con i liberali dell'Alde. Ma i tentativi erano andati a vuoto, lasciando non poche ferite. Le stesse che potrebbero riaprirsi a maggio. 

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