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Martedì, 23 Aprile 2024
Certificato Covid

Test o vaccino anche per gli under 12: come cambia il green pass per viaggiare

Bruxelles modifica il regolamento sui viaggi all'interno dell'Ue e fissa a 9 mesi la scadenza del certificato. Restrizioni anche per i bambini, ma a certe condizioni

Come avevamo anticipato ieri, la Commissione europea ha proposto un serie di modifiche alle regole emanate per consentire i viaggi all'interno dell'Ue e sul certificato digitale Covid, da noi più noto come Green pass. Tra le novità principali c'è la durata del pass per i vaccinati, che sarà di 9 mesi a partire dall'ultima dose. Cambia anche la mappa a colori delle regioni, che sarà redatta anche sulla base di un nuovo parametro, il tasso di vaccinazione. Bruxelles suggerisce ai Paesi di usare tale mappa solo per determinati casi, ma non per restrizioni ad hoc sui viaggi da un altro Stato membro: l'approccio, secondo la Commissione, dovrà essere sulla persona, ossia basato sul suo certificato Covid, e non sulla situazione epidemiologica del luogo da cui proviene. La mappa, invece, servirà per stabilire se un bambino tra i 6 e i 12 anni dovrà sottoporsi a test o avere un pass valido per viaggiare. Ma vediamo nel dettaglio le novità.

Scadenza del certificato

Sulla base dell'ultima valutazione del rischio Covid nell'Ue da parte dell'Ecdc, il centro europeo per il controllo delle malattie, la Commissione ha stabilito che i certificati per i vaccinati avranno una scadenza di 9 mesi. Tale scadenza tiene conto della valutazione dell'Ecdc, che ha raccomandato la "somministrazione di dosi di richiamo a partire da 6 mesi e prevede un periodo aggiuntivo di 3 mesi per garantire che le campagne di vaccinazione nazionali possano adeguarsi e i cittadini possano avere accesso ai richiami", scrive Bruxelles in una nota.

Ciò significa, prosegue la Commissione, "che, nel contesto dei viaggi, gli Stati membri non dovrebbero rifiutare un certificato di vaccinazione rilasciato da meno di 9 mesi dalla somministrazione dell'ultima dose della vaccinazione primaria (due dosi o una a seconda del vaccino, ndr). Gli Stati membri dovrebbero adottare immediatamente tutte le misure necessarie per garantire l'accesso alla vaccinazione per quei gruppi di popolazione i cui certificati di vaccinazione precedentemente rilasciati si avvicinano al limite di 9 mesi".

Il booster

Al momento, scrive sempre la Commissione, "non ci sono studi che affrontino espressamente l'efficacia dei richiami sulla trasmissione di Covid-19 e quindi non è possibile determinare un periodo di accettazione per i richiami. Tuttavia, visti i dati emergenti, ci si può aspettare che la protezione dalle vaccinazioni di richiamo possa durare più a lungo di quella risultante dalle serie di vaccinazioni primarie". In sostanza, la Commissione non esclude la possibilità di nuovi richiami in futuro dopo la cosiddetta terza dose. Bruxelles dice che "seguirà da vicino le nuove prove scientifiche emergenti su questo problema. Sulla base di tali evidenze, la Commissione può, se necessario, proporre un congruo periodo di accettazione anche per i certificati di vaccinazione rilasciati a seguito di richiamo", scrive nella nota. In altre parole, la scadenza di 9 mesi vale per il momento solo per chi ha effettuato la cosiddetta vaccinazione primaria (due dosi con Pfizer a altri, 1 con Janssen). Dopo il booster, si vedrà se servirà ancora fissare dei limiti. 

Approccio sulla persona

Una delle modifiche più nette rispetto al regolamento vigente, varato nella sua versione definitiva lo scorso giugno, è quella sulle restrizioni ai viaggi all'interno dell'Ue. Se finora, Bruxelles raccomandava restrizioni calibrate sul livello di rischio epidemiologico degli Stati e delle regioni Ue di provenienza dei viaggiatori, adesso la Commissione chiede di passare a un approccio "basato sulla persona". In altre parole, cambia poco se si proviene da una regione rossa o verde (i colori della mappa redatta settimanalmente dall'Ecdc), l'importante è che il viaggiatore sia provvisto di un certificato digitale Covid valido o, in alternativa, di un test. "La persona in possesso di un certificato digitale Covid Ue valido - scrive la Commissione - in linea di principio non dovrebbe essere soggetta a ulteriori restrizioni, come test o quarantena, indipendentemente dal luogo di partenza nell'Ue. Alle persone senza un certificato digitale Covid Ue potrebbe essere richiesto di sottoporsi a un test effettuato prima o dopo l'arrivo". 

A cosa servirà la mappa a colori?

A questo punto viene da chiedersi a cosa serva la mappa a colori redatta dall'Ecdc per valutare il rischio epidemico nelle regioni Ue. Prima di chiarire questo aspetto, la Commissione annuncia un'altra novità: se finora la mappa si basava su parametri come test e contagi, adesso il colore (e dunque il livello di rischio) sarà valutato anche sul parametro del tasso di vaccinazione. In pratica, a parità di incidenza dei contagi sul totale della popolazione, due regioni potrebbero avere colori diversi a seconda di quanti vaccinati hanno. 

I colori restano 4: verde (basso rischio), e poi, a livello di rischio crescente, giallo, rosso e rosso scuro. Come dicevamo, secondo Bruxelles, gli Stati membri non dovrebbero più basarsi su questi colori per varare restrizioni ad hoc. La mappa servirà semmai per stabilire l'obbligo di vaccini e test per i bambini.

Il Green pass per i bambini

La Commissione europea specifica che, sempre per quanto concerne i viaggi, i bambini sotto i 12 anni non dovrebbero sottoporsi a test o avere un certificato Covid o di vaccinazione valido per poter viaggiare all'interno dell'Ue (Bruxelles ribadisce sempre che le sue raccomandazioni riguardano i  viaggi per sottolineare che la sua competenza finisce qui, mentre altri usi del pass, per esempio l'accesso ai ristoranti, sono a discrezione dei singoli Stati). C'è però un'eccezione: i bambini dai 6 ai 12 anni provenienti da zone "rosso scuro", ossia regioni con il massimo livello di rischio, "devono essere in possesso di un certificato digitale Covid Ue o di un test negativo" per viaggiare. I bambini di età inferiore ai 6 anni, prosegue, provenienti da aree "rosso scuro" dovrebbero essere "esentati dall'obbligo" tanto di tamponi, quanto di pass.

Il freno d'emergenza 

La mappa dell'Ecdc servirà anche per valutare l'uso del cosiddetto "freno di emergenza", uno strumento già previsto in precedenza e che serve a uno Stato a bloccare i viaggi da un altro Paese membro in deroga agli accordi Schengen. Tale freno dovrebbe essere attuato allo scopo di "ritardare la diffusione di possibili nuove varianti del Covid-19 o a far fronte a situazioni particolarmente gravi". 

Le esenzioni

Oltre ai bambini sotto i 12 anni (e alle condizioni menzionate prima), la Commissione propone alcune esenzioni alle regole sui viaggi e al Green pass per determinate categorie: i lavoratori dei trasporti, pazienti che viaggiano per motivi medici imperativi, marittimi, persone che vivono in regioni frontaliere e che attraversano il confine quotidianamente o frequentemente per motivi di lavoro, affari, istruzione, famiglia, cure mediche o assistenza.

Il nuovo regolamento dovrebbe entrare in vigore il 10 gennaio 2022, una volta approvato dagli Stati membri. Questo significa che, sempre per viaggiare, la Commissione suggerisce di richiedere il certificato aggiornato per i vaccinati solo a partire da quella data. E non prima. In sostanza, dopo le vacanze di Natale. 

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