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Lunedì, 15 Aprile 2024
Diritti / Spagna

Aborto senza consenso dei genitori da 16 anni: cosa dice la nuova legge spagnola

L'obiettivo è garantire che tutti gli ospedali pubblici del Paese garantiscano gli interventi gratuiti. Prevista anche una stretta sugli obiettori di coscienza

Mentre in diverse parti d'Europa crescono le pressioni dei movimenti che chiedono maggiori restrizioni sull'aborto, in Spagna il governo di centrosinistra di Pedro Sanchez ha ottenuto il via libera definitivo del parlamento a una nuova legge volta a tutelare maggiormente le donne che intraprendono, o intendono di intraprendere, l'interruzione di gravidanza. L'obiettivo generale è che il diritto all'aborto sia effettivamente garantito, gratuitamente, negli ospedali pubblici di tutto il Paese, contrastando le carenze dovute anche all'alto numero di obiettori di coscienza nei reparti di ginecologia. 

Gratuità e obiettori

L'aborto in Spagna, già dal 2010, è gratuito fino alla 14esima settimana di gestazione. Dopo tale limite, e fino alla 21esima settimana, la prestazione resta gratuita in caso di aborto terapeutico, cioè un'interruzione per motivi medici, come la malformazione del feto o il pericolo di vita della madre. Dalla 22esima settimana l'aborto è consentito quando vengono rilevate anomalie fetali incompatibili con la vita o una malattia estremamente grave e incurabile nel feto. In questi casi, l'intervento deve essere approvato da un comitato clinico.

La novità è l'organizzazione del sistema pubblico: tutti gli ospedali pubblici hanno l'obbligo di garantire il diritto all'aborto. Nel Paese, la sanità è competenza per lo più delle comunità autonome, le quali, con la nuova legge, dovranno organizzare le proprie risorse per far sì che le donne possano interrompere la gravidanza nel centro pubblico più vicino. Se questo non sarà possibile, le comunità autonome dovranno farsi carico di garantire il servizio anche affidandosi a una clinica privata accreditata. Attualmente, l'85% delle interruzioni di gravidanza avviene nelle strutture private spagnole. Le donne potranno inoltre scegliere tra l'aborto chirurgico e quello farmacologico, che dovranno essere entrambi disponibili in tutti i centri.

Connesso a questo aspetto c'è la stretta sugli obiettori di coscienza: la legge prevede un registro per i medici che si dichiarano obiettori. Chi si iscrive, sarà esentato dagli interventi di aborto, ma non potrà più esercitare le interruzioni di gravidanza in una struttura privata. La riforma prevede che negli ospedali pubblici ci sia sempre personale disponibile per eseguire questo tipo di intervento, e impedisce ai medici obiettori di partecipare ai comitati clinici che decidono dopo le 22 settimane di gestazione.

Età e consenso

La principale novità della riforma riguarda l'abbassamento dell'età minima per accedere all'aborto senza il consenso dei genitori: con la nuova legge, lo si potrà fare a partire da 16 anni, e non più solo con la maggiore età. Altra novità importante è l'eliminazione del periodo di tre giorni di riflessione obbligatorio che è finora necessario a una donna per potersi sottoporre all'intervento. Durante questo periodo di riflessione, i servizi sanitari dovevano fornire alle donne informazioni sulle risorse e sugli aiuti disponibili in caso di prosecuzione della gravidanza. Ciò avverrà d’ora in poi solo su richiesta esplicita della donna. Al posto del periodo di riflessione, la legge prevede il rafforzamento dei servizi di assistenza e affiancamento per le donne, compresa una linea telefonica ad hoc. 

La pillola del giorno dopo

La nuova legge revisiona anche la somministrazione della pillola del giorno dopo, che sarà fornita gratuitamente nei vari centri sanitari e nei centri di salute sessuale e riproduttiva. Un grande passo in avanti se si pensa che attualmente viene venduta in farmacia al costo di 20 euro circa. Seguendo questa stessa logica, i contraccettivi verranno resi disponibili nei centri educativi (in connessione con le campagne di educazione sessuale inseriti nelle scuole) e anche nelle carceri. I costi di tali innovazioni saranno a carico dello Stato, con lo stesso discorso che vale anche per la distribuzione di tamponi, assorbenti e coppette mestruali. 

Salute riproduttiva

La legge preve un congedo retribuito prima del parto, a partire dalla 36esima settimana. Tale congedo non verrà decurtato dal congedo di maternità, che scetterà solo dopo il parto. La riforma prevede anche protocolli contro l'aborto forzato e la sterilizzazione, con particolare attenzione alle donne con disabilità. Un passaggio importante della legge è quella che riguarda la maternità surrogata: il testo definisce tale pratica una forma di violenza contro le donne, e per questo è vietata se praticata in Spagna. La legge, per il momento, non può nulla contro chi si appoggia a cliniche estere, ma il governo sta studiando come rendere compatibile con il diritto spagnolo la possibilità di perseguire penalmente i cittadini che ricorrono alla maternità surrogata anche all'estero. 

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