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Mercoledì, 24 Aprile 2024
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Europee, un pezzo d'Italia al voto per la Romania. E Salvini corteggia i socialisti di Bucarest

Nel Belpaese vivono oltre 1 milione di romeni, il 5% della popolazione, che si recheranno a votare nei 441 seggi aperti dal Nord al Sud. E il leader del Carroccio tende la mano alla maggioranza di centrosinistra al governo. Che pero' deve fare i conti con gli scandali e le critiche dell'Ue sulle leggi contro l’indipendenza dei giudici

Ci sarà anche un pezzo d'Italia alle elezioni europee di domenica in Romania. Nel Belpaese, infatti, vive la comunità di romeni all'estero più grande nel mondo, quasi 1,2 milioni di persone. Tanto che l'ambasciata ha aumentato i numeri di seggi "italiani", portandoli al numero record di 76 su un totale di 441 seggi all'estero. Ma questa non è l'unica connessione elettorale tra i due Paesi: il governo socialista di Bucarest è in rotta di collisione con l'Ue su corruzione e stato di diritto. E nelle settimane scorse, il leader della Lega, Matteo Salvini, non ha escluso la possibilità di una convergenza tra sovranisti e centrosinistra romeno nel prossimo Parlamento europeo.  

L'Election day

Al netto dei legami con l'Italia, domenica in Romania non si voterà solo per il rinnovo dei loro 32 rappresentanti all’Eurocamera, ma anche per due delicati quesiti referendari. Il primo propone di vietare l’eventuale concessione di amnistia o grazia ai condannati per corruzione, mentre il secondo mira a introdurre il divieto a chi governa di utilizzare il decreto d’emergenza come strumento per riformare la giustizia. Corruzione e stato di diritto sono due temi centrali negli ultimi anni nel Paese: la maggioranza socialista, infatti, è stata travolta dagli scandali e Bruxelles ha messo nel mirino Bucarest al pari di Ungheria e Polonia per le leggi sulla magistratura.

Ecco perché domenica l'affluenza alle urne potrebbe essere ben più alta di quella registrata alle ultime europee, quando l’asticella della partecipazione si fermò a un modesto 32,44%. 

Le forze in campo

Stando agli ultimi sondaggi, i popolari del Partidul National Liberal supereranno quota 25%, seguiti dai socialisti del Partidul Social Demorat accreditati al 21,5%. Potrebbero arrivare terzi, con quasi il 20%, i candidati di Alliance 2020, che riunisce neonate forze politiche centriste, civiche e liberali, molto attive nella lotta alla corruzione. Chiudono due formazioni affiliate rispettivamente all’Alde di Guy Verhofstadt e al Ppe, accreditate in una forbice che via dall’11 al 13%. Le altre formazioni dovranno lottare per superare lo sbarramento nazionale fissato al 5%. Almeno di sorprese alle urne, il blocco pro-Ue di popolari e centristi dovrebbe surclassare il Partito socialdemocratico, che di recente sembrava voler portare il Paese verso l'area del blocco di Visegrad (con l'Ungheria di Orban, tanto per intendersi).

Nuovo governo in vista

Ecco perché il capo di Stato della Romania, il popolare Klaus Iohannis, prevede che “dopo le elezioni europee e i referendum sulla giustizia, la politica romena si riconfigurerà”. “Diventerà molto chiaro che i romeni vogliono qualcosa di diverso dal Partito socialdemocratico - ha attaccato il presidente - ed è tempo di costruire un'altra politica in Romania, è il momento che si riunisca l'opposizione parlamentare”. 

La tensione con la premier socialista Viorica Dancila, prima donna alla guida del Governo di Bucarest, è palpabile anche da queste dichiarazioni, oltre che dai toni forti sugli scandali di corruzione che hanno colpito soprattutto la sinistra romena.

La mano tesa di Salvini

Vere e proprie “pecore nere” del gruppo socialista all’Eurocamera, i socialisti romeni sono stati ripresi più volte per le leggi contro l’indipendenza del sistema giudiziario e per la lotta all’acqua di rose alla dilagante corruzione che affligge l’ex repubblica sovietica. Una rivalità con Bruxelles che è valsa le simpatie di Matteo Salvini per il Governo “sovranista” di Bucarest. 

Il leader del Carroccio avrebbe mandato, lo scorso febbraio, una lettera ai leader socialisti romeni con un messaggio di lode e un invito a collaborare in futuro. Una sintonia alquanto inaspettata, se si considera il diverso colore politico. 

Almeno in una cosa sembra che le istituzioni romene si muovano nella stessa direzione. Quella della grande partecipazione alle elezioni europee. La Romania si trova nel bel mezzo del suo semestre di presidenza del Consiglio Ue ed è naturale la spinta delle autorità per una maggiore affluenza possibile.

Al voto in Italia

Il ministero degli Esteri ha fatto sapere di aver più che raddoppiato il numero dei seggi di voto per i romeni all’estero, dai 190 nel 2014 agli attuali 441. È stato inoltre pubblicato un manuale per incentivare la partecipazione dei cittadini espatriati. 

L'Ambasciata romena in Italia ha infine realizzato una mappa interattiva dei 76 seggi nel territorio italiano. Da uno di questi potranno votare i tanti romeni che il giorno delle elezioni si troveranno nel Belpaese. 

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