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Sabato, 20 Aprile 2024
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Ospitava la mente dell'attacco di Parigi ma non sapeva fosse un terrorista, assolto Jawad Bendaoud

Finisce con un'assoluzione e due condanne per favoreggiamento e mancata denuncia il primo processo in Francia sugli attentati del 13 novembre 2015. Bendaoud divenne famoso per scoprire in diretta tv che la polizia assaltava il suo appartamento per stanare 3 terroristi

Ha ospitato due degli autori della strage di Parigi, e tra loro il cervello della mattanza, ma non conosceva i loro obiettivi né il loro status di martiri della jihad. E così dopo due anni passati in prigione, Jawad Bendaoud ha recuperato ieri notte la libertà. E' andata peggio agli altri due accusati di favoreggiamento e mancata denuncia, Mohamed Soumah e Youssef Aït Boulhacem, condannati rispettivamente a 5 e 4 anni di carcere.

Il primo processo sugli attentati di Parigi

La giustizia francese, dopo 3 settimane di udienze del primo processo per le stragi del 13 novembre 2015, un giudizio condito da battute fuori luogo che hanno irritato non poco i familiari delle vittime, ha rimesso in libertà Bendaoud, ritenendo che mancassero prove sostanziali per dimostrare che questo piccolo criminale recidivo di 31 anni, senza apparenti legami con il jihadismo, avesse fornito un nascondiglio ai terroristi per aiutarli a fuggire.

"Non sapevo fossero terroristi. Mi hanno chiesto un favore"

Fin dal primo momento Bendaoud ha affermato di ignorare il coinvolgimento dei suoi due ospiti negli attentati che fecero 130 vittime, una versione che è stata immortalata in diretta per la prima volta la mattina del 17 novembre dalla televisione all news BFMTV. Allora Bendaoud arrivava a casa scoprendo che un'unità di élite della polizia francese aveva assaltato la sua dimora, un appartemento che aveva occupato a Saint-Denis e in cui non aveva passato la notte. La polizia cercava di stanare i due terroristi Abdelhamid Abaaoud, la mente degli attacchi, e Chakib Akrouh e la cugina del primo, Hadna Aït Boulhacem, asserragliati all'interno dell'edificio.

I 3 morirono nell'assalto mentre Bendaoud arrivava verso casa e, davanti a una telecamera, esprimeva la sua sorpresa per quello che era appena successo. "Mi sono accorto che stava succedendo a casa mia, che si erano trincerati a casa mia, non sapevo fossero terroristi ", affermò in diretta a BFMTV, un intervento che gli assicurò un'immediata fama. "Mi hanno chiesto di far loro un favore e gli ho fatto. Mi hanno detto di ospitare due persone per tre giorni. E ho fatto loro il favore. Se avessi saputo che erano terroristi, pensi che li avrei protetti?". Al terminare della risposta, la polizia, mentre ancora le telecamere riprendevano la scena, lo arrestava. 

Il suo tono di sorpresa, incosciente e spontaneo, evidentemente sono stati confermati dai giudici di Parigi, che non hanno visto in lui un complice cosciente della cellula che seminava il panico nella capitale francese nel novembre 2015. 

Condanne per gli altri due imputati 

Diversamente è andata a Mohamed Soumah, condannato in passato per furto e traffico di droga, secondo la giustizia d'oltralpe è stato lui a mettere Abaaoud in contatto con Bendaoud, facendogli prestare l'alloggio. Soumah, a differenza di Bendaoud, sapeva che i fuggiaschi erano terroristi, secondo il magistrato Isabelle Prévost-Desprez. È stato invece condannato per non aver denunciato la cospirazione terrorista il terzo imputato, Youssef Aït Boulhacem, 25 anni, anche lui cugino di Abaaoud e fratello di Hadna Aït Boulhacem.

Mentre si chiude il primo processo in Francia per gli attentati di Parigi, a Bruxelles si attende la sentenza, prevista per aprile sui fatti che portarono all'arresto di Salah Abdeslam nel marzo 2016. 

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